La guerra in Ucraina e le dure sanzioni imposte alla Russia di Putin mostrano il loro impatto duro sul fronte dei mutui, ma è il caso di capire bene che cosa sta succedendo.
In realtà l’impatto sui mutui è molto meno aspro di quanto potrebbe essere in teoria.
Infatti inflazione guerra e sanzioni alla Russia stanno facendo letteralmente esplodere il costo della vita.
Impatto notevole ma gli affari non mancano
Secondo alcuni analisti l’inflazione in Italia sarebbe attualmente al 7% ma c’è chi parla addirittura di un 10%. Con un’inflazione così elevata il mutuo dovrebbe diventare estremamente sconveniente.
E Sarebbe facile pensare che sia proprio così. Ma in realtà il tasso dei mutui è legato al tasso di sconto praticato dalla Banca Centrale Europea. Attraverso un meccanismo di pesi e contrappesi molto complesso in sostanza è la Banca Centrale Europea a stabilire il costo del denaro e indirettamente anche il tasso dei mutui. La Banca Centrale Europea ha deciso di tenere i tassi bassissimi. Questo ha suscitato aspre critiche perché proprio questi tassi bassi permettono all’inflazione di correre in disturbata.
La BCE tiene al riparo i mutui per ora
Ma allo stesso tempo questi tassi così bassi permettono ai mutui di essere in risalita rispetto al passato, ma comunque ancora abbordabili ed accessibili. In particolare secondo gli esperti è proprio sull’on-line che si riescono ancora a fare ottimi affari. Dunque prima di addentrarci nei numeri si può ben dire che è vero che i mutui sono sicuramente in risalita ma la scelta controversa della banca centrale di tenere i tassi bassi li tiene comunque sia sotto controllo. Vediamo dunque cosa succede all’Eurirs.
Come fare ancora affari
Questo fondamentale indice che è un po’ al bussola per i mutui continua la sua inesorabile risalita. Veniamo da un lungo periodo di mutui molto convenienti, ma ora arriva la risalita, ma è una risalita dolce e senza scossoni almeno per ora. Un dato però è fondamentale: il fisso e variabile restano sotto all’1%. Vediamo cosa cambia da febbraio a marzo e vediamolo sui tre classici archi temporali. Il tasso fisso a 10 anni passa da 0,78% a 1,01%. Sempre il tasso fisso ma a venti anni da febbraio a marzo passa da 0,87% a 1,10%. Per quanto riguarda i 30 anni passiamo da 0,75% a 0,88%. Insomma aumenti sicuramente ci sono e sono innegabili, ma sono davvero contenuti se guardiamo al generale durissimo scenario inflazionistico.