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“Ci hanno chiuso il conto senza motivo”, la rabbia dei correntisti italiani su internet

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Salvatore Dimaggio

Un fatto sicuramente grave per i tanti correntisti che lo hanno subito.

Una banca operante in Italia e che riscuote sempre più successo specialmente tra i giovani ha recentemente bloccato i conti correnti di alcuni suoi clienti.

ANSA/MATTEO CORNER

Su internet è montata immediatamente la protesta perché i correntisti increduli erano arrabbiati per i loro conti chiusi; bloccati e ai quali non riuscivano più ad accedere.

La rabbia corre su internet

Un conto bloccato è un enorme danno per il correntista. Diventa difficile anzi impossibile fare bonifici, pagamenti vari o anche dei semplici prelievi. La rabbia dei correntisti è tanta ma è tanta anche l’incredulità. E molti italiani si chiedono se l’esempio di questa banca possa essere seguito anche da altre.

pixabay

Cerchiamo di capire meglio. Per quanto emerge la banca in questione è banca n26. Si tratta di una banca esclusivamente on-line che stava diventando sempre più popolare nel nostro paese. Dunque una banca di successo anche grazie alle commissioni praticate veramente molto basse e convenienti. Ma come è potuto succedere che i conti di vari correntisti siano stati bloccati? Secondo le prime ricostruzioni tutto sarebbe partito a marzo quando banca n26 è stata contattata dalla Banca d’Italia che ha rilevato delle carenze nelle sue procedure antiriciclaggio.

La banca ha operato nel rispetto della legge

Dunque già nel mese di marzo La Banca d’Italia notava un rispetto carente delle procedure che contrastano il riciclaggio di denaro sporco da parte di Banca n26. Banca n26 si è difesa sostenendo le sue ragioni ma adesso ha chiuso alcuni conti. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche potrebbe essere che banca n26 abbia operato con un certo eccesso di zelo anche nei confronti di conti assolutamente normali per evitare altre segnalazioni da parte della banca d’Italia.

Può succedere ad altre banche?

Ma queste sono soltanto le prime ricostruzioni ed al momento non è chiaro effettivamente che cosa sia successo. In un suo comunicato banca n26 ha sottolineato che è tenuta a far rispettare le leggi vigenti e che si è mossa in ottemperanza alla attuale normativa. Ad ogni modo questo caso ha suscitato un comprensibile scalpore e tanti Italiani si chiedono se anche altre banche possano fare cose di questo genere. Allo stato attuale non emerge che procedure del genere siano state compiute da altre banche o che ci sia la possibilità concreta che altre facciano qualcosa di questo genere.

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