La crisi in Ucraina è una tragedia umanitaria, ma è anche un forte stress per l’economia mondiale.
Noi italiani paghiamo un prezzo molto alto per il coinvolgimento in questa guerra e questo crea anche notevoli tensioni dal punto di vista dell’opinione pubblica.
Infatti gli italiani pagano la guerra in Ucraina in molti modi, ma uno di quelli più importanti è il cibo.
Gli italiani pagano la guerra sulle bollette che diventano sempre più care e questa è una vera emergenza perchè 4 milioni di famiglie ormai non riescono a pagare le bollette. Ma il costo della guerra e dell’inflazione è altissimo attraverso molteplici vie. Il rischio forte è quello della chiusura del rubinetto del gas russo.
Secondo la Banca d’Italia se la Russia bloccasse l’erogazione di gas l’Italia finirebbe in recessione per due anni. Questo basta a dare l’idea della gravità della situazione, ma una vera è propria emergenza c’è anche sul cibo. La guerra e le sanzioni imposte alla Russia di Putin ci stanno costando care sul fronte del cibo. Infatti molti cibi stanno sparendo dai supermercati. Vediamo quali sono. Il primo è l’olio di girasole.
L’olio di girasole è praticamente sparito dai supermercati italiani e dove ancora si trova, viene pagato a prezzi davvero alti. Un altro alimento che può sparire è il riso. Qui la situazione è più complessa. Infatti l’associazione che riunisce i produttori italiani di riso spiega che in questo caso il problema non sono solo gli aumenti dei costi di produzione causati dal rincaro di energia e gas. Qui il problema è anche la siccità che ha colpito l’Italia. Ma la lista degli alimenti a rischio continua. Il problema è che la Spagna ha già deciso di razionare il cibo perchè ha scorte troppo esigue e c’è la possibilità che questa decisione venga presa anche dall’Italia.
Anche di lievito le scorte sono scarse ed il grano ha un problema simile. L’industria alimentare italiana fa capire chiaramente che c’è bisogno che la situazione internazionale si sblocchi altrimenti sul fronte del cibo i problemi saranno marcati. Il governo cerca canali di approvvigionamento alternativi ma non è facile. D’altra parte lo stesso Mario Draghi non aveva escluso la possibilità dei razionamenti anche se per ora non c’è nulla di confermato.
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