La guerra in Ucraina è stato un grosso errore per Vladimir Putin. Pensava ad un’operazione veloce ma ha trovato il suo Vietnam.
La sua leadership è deteriorata ed il paese è ad un passo dal default, ma anche per noi italiani questa guerra è stata disastrosa.
Vediamo di capire meglio la situazione sia sul fronte russo che sul nostro.
La Russia è stata sostanzialmente tagliata fuori dal grande network internazionale della finanza. Questo significa che la sua capacita di onorare i debiti con i bari institori stranieri è notevolmente compromessa. Ma oltre il possibile default ci sono le sue conseguenze.
Il default bloccherebbe la macchina amministrativa russa: pensioni, stipendi, anche gli stipendi dei soldati impegnati al fronte. Insomma un problema imponente. Ma non basta. Una forte crisi è anche quella della leadership. Se è vero che il popolo russo, a quanto risulta è ancora fortemente fedele al suo leader ed alla sua causa, lo stesso non vale per i potenti del paese. L’esercito e la banca centrale russa accusano Putin a mezza voce di aver combinato un disastro e sono sempre più insofferenti.
La guerra in Ucraina e soprattutto le sanzioni alla Russia costano un prezzo molto alto anche al nostro paese. Innanzitutto rinforzano molto il fenomeno inflazionistico ed in secondo luogo aumentano la disgregazione sociale. Anche se in Italia se ne parla poco il divario tra ricchi e poveri è letteralmente esploso con la pandemia di covid e con l’inflazione. Milioni di famiglie non hanno da mangiare e addirittura 4 milioni di utenze non riescono a pagare le bollette. Questo duro impatto non arriva su un paese che ha uno stato sociale degno di questo nome, con salario minimo, sussidi per i disoccupati ed un reddito di base. Ma arriva su un paese dove le misure di contrasto alla povertà sono quasi assenti. Questo è una bomba sui consumi.
I consumi sono in forte contrazione anche più del resto d’Europa perchè la maggior parte delle famiglie, sapendo di non poter contare sul sostegno pubblico è angosciata dal futuro e cerca di risparmiare al massimo. L’ipotesi peggiore è quella tracciata dalla Banca d’Italia. Se la Russia dovesse chiudere i rubinetti ci attenderebbero ben 2 anni di recessione e lì davvero la bomba sociale potrebbe esplodere se intanto non viene varato un reddito di base universale, del quale si parla con sempre maggiore insistenza.
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