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Stangata di guerra: aumenti e ipotesi prelievi forzosi, cosa ci aspetta

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Salvatore Dimaggio

La guerra è una grandissima incognita sull’economia mondiale ed il rischio che pesi davvero troppo su quella italiana è molto concreto.

Già oggi gli italiani sono in una situazione di estrema fragilità e tante famiglie, specie quelle più povere letteralmente non ce la fanno ad andare avanti.

Se la guerra dovesse continuare ci sono tanti modi nei quali gli italiani possono essere colpiti molto duramente.

Aumenti e razionamenti di cibo

Il primo è sicuramente quello degli aumenti sul cibo. Infatti gli esperti sottolineano come molto probabilmente il cibo aumenterà molto di prezzo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

La guerra ma anche le dure sanzioni nei confronti della Russia di Putin stanno facendo schizzare in alto i costi delle materie prime alimentari e questo prima o poi arriverà anche al supermercato. In realtà gli aumenti al supermercato sono già partiti ma si parla di aumenti ancora più forti e anche del pericolo di razionamenti. Anche Draghi ha detto che i razionamenti non possono essere esclusi ed in Spagna i supermercati già hanno cominciato a razionare il cibo. Ma oltre che sugli aumenti del cibo, la guerra può pesare anche su luce gas e benzina.

Prelievo forzoso

Se la guerra dovesse continuare ancora a lungo i rincari di queste materie prime potrebbero peggiorare e di conseguenza per le famiglie la stangata sarebbe ancora peggiore. Il problema è soprattutto quello della tenuta sociale. Infatti si è creato un vero e proprio scollamento tra la parte più ricca del paese e quella più povera. Gli italiani più poveri ormai hanno difficoltà persino ad acquistare il cibo o a pagare le bollette. Risulta che addirittura 4 milioni di utenze non stiano riuscendo a pagare le bollette di luce e gas: un dato veramente impressionante. Proprio per questo i sindacati anche i 5 Stelle hanno chiesto al governo un contributo di solidarietà.

Recessione: un rischio concreto

Si tratta di una tassa del 1% da applicare al 5% più ricco del Paese per riuscire a far fronte almeno all’estremo emergenza delle bollette e del cibo. Il Governo ha detto di no, ma ha ammesso che c’è un’urgenza di redistribuzione. Ma guardando in prospettiva se la Russia dovesse chiudere i rubinetti del gas o se fosse proprio l’Unione Europea a non voler più acquistare il gas dalla Russia i problemi potrebbero essere davvero importanti. Infatti la banca d’Italia sostiene che in caso di chiusura dei rubinetti del gas Russo l’Italia potrebbe andare incontro addirittura a 2 anni di recessione e questo farebbe letteralmente esplodere i già gravi problemi sociali.

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