Pignoramento del conto cointestato: cosa può accadere se un debitore vuole i soldi che detieni con il tuo coniuge o un’altra persona.
L’argomento interessa moltissimi cittadini italiani. Il motivo è semplice: sono in tanti che hanno il conto corrente cointestato, ovvero un conto in una banca in cui i titolari sono più persone, molte volte familiari, con cui si condividono gli stessi risparmi. Molte volte lo si fa per aumentare i propri interessi rispetto a quanto si è investito. Ora la domanda si dirige su un aspetto del conto intestato a più persone. Può essere soggetto a pignoramento? La risposta è sì, ma alcune limitazioni che mettono al sicuro i risparmi anche dell’altro soggetto che potrebbe essere all’oscuro rispetto a quanto accaduto e ritrovarsi il conto dimezzato.
Conto corrente, cosa può accadere con il pignoramento
Partiamo con un esempio. L’Agenzia delle Entrate può attaccare per primo il conto corrente, redditi o altre entrate. Anche per il conto cointestato il fisco può aggredire fino al 50% dell’intero patrimonio. Il raggio di azione si può focalizzare sui beni come gioielli e mobili di pregio, come beni artistico e antiquariato. C’è da ricordare che anche le auto e le case sono attaccabili, ma esclusivamente se su quest’ultimo l’ente di riscossione ha iscritto una ipoteca per un tempo maggiore di sei mesi. E ancora: deve spedire all’evasore un avviso di ipoteca. Dopo, devono trascorrere altri 30 giorni per l’iscrizione. C’è un altro caso in cui la casa è aggredibile: l’immobile superi il valore di 120 mila euro o se il debito per cui si procede è maggiore a 120mila euro.
E se il conto è cointestato?
La legislazione prevede che ci possa essere un pignoramento pari al 50 per cento della cifra e dei beni investiti in banca. Inoltre, ciò che non è stato prelevato rimane nella facoltà dell’altro soggetto, così come il debitore può attaccare le somme restanti se l’altro cointestatario non si oppone. Bisogna anche conoscere cosa accade nel caso in cui il conto venga ricaricato: ogni nuova somma sarà decurtata e destinata al pignoramento nella percentuale del 50 per cento. Insomma, le possibilità ci sono. Bisogna restare sempre attenti e non cadere nelle trappole spesso nascoste nelle leggi.