Nell’agenda del governo sono tante le misure in programma: alcune potrebbero cambiare le nostre vite a partire dal quotidiano.
L’esecutivo guidato da Mario Draghi vira dritto per ridurre l’evasione fiscale: lo scopo è di abbassarla prima del 2026 e condurla al di sotto della soglia del 40 per cento. Per il governo l’iter non è così semplice: il premier deve tenere conto delle esigenze e differenze di veduto delle forze di maggioranza che compongono la sua squadra, soprattutto tenendo conto di chi ha molto a cuore di non toccare le norme contro l’evasione. In ogni caso, il progetto di Draghi e dei suoi ministri è di accelerare su una lotteria di scontrini e soprattutto puntare sulle sanzioni per chi dice no alle transazioni con il Pos.
Evasione fiscale, quanto ci costa e come il governo vuole fermarla
I numeri sono elevatissimi: in Italia ogni anno l’evasione fiscale raggiunge quota 80/100 miliardi. Lo scopo del governo è di portarlo al 40 per cento entro il 2026, quando scadrà il Pnrr. Naturalmente pensare di poterlo fare in una sola volta è impossibile, ecco perché si valuta di ridurre l’evasione a scaglioni: del 5 per cento nel 2023 e del 15 entro il 2024. Come ormai noto, uno delle prime misure varate è la lotta ai furbetti del Superbonus 110 per cento, strumento utilizzato dal governo per aiutare le famiglie che volevano ristrutturare casa ma diventato un trampolino di lancio di truffe ed evasioni.
Lotterie degli scontri, fatture, Pos: cosa bolle in pentola
Ritorna la lotteria degli scontrini, ma questa volta l’impegno di Palazzo Chigi è di agevolare la partecipazione per poter aumentare il numero di partecipanti. Non ci sarà il codice a barre ma un qr-code: basterà inquadrarlo dall’app e verificare se si ha vinto qualcosa. Un’altra idea è di rendere obbligatoria la fattura elettronica per tutte le partite Iva, indipendentemente se si tratti di forfettari e ordinari. Un aumento praticamente di due milioni di persone. Infine, altro cavallo di battaglia potrebbe essere l’obbligatorietà del Pos. L’esercente non potrà più rifiutarsi di ricevere una prestazione con la carta di credito, di qualsiasi natura o quantità. In caso di no, ci sarà una multa pari al 30 per cento più il 4 per cento del valore della transazione a cui c’è stato il rifiuto.