Le tasse non finiscono mai: ora sembra spuntata una nuova misura che costringe a caricare il peso fiscale. E a “colpire” questa volta saranno gli enti locali.
Addizionali, tasse, imposte: ad oggi non è ancora definito il modo con il quale la riforma fiscale si tradurrà per i cittadini italiani. Motivo che spinge un po’ ad un po’ di diffidenza i lavoratori ed i contribuenti, intenzionati a capire come la riforma fiscale vada ad incidere sugli stipendi. Una prima certezza che emerge è la presenza dell’introduzione della sovraimposta, una imposta appunto indirizzata per sostituire le addizionali Irpef in mano ai comuni e regioni. La differenza rispetto a prima è che le sovraimposte sono delle aliquote locali eseguite in base al tributo erariale, mentre le vecchie addizionali si applicano a seconda della base erariale.
La prima news che si può evidenziare è che la nuova imposta è frutto del governo di Roma. Questo vuol dire che sarà l’esecutivo a darne il peso specifico di volta in volta, lasciando poco ambito decisionale agli enti locali comunali e regionale. Sarà compito del governo centrale stabilire la progressività dell’Irpef, eliminando così la possibilità di stabilire delle soglie di esenzione. Allo stesso dovrebbe uscire di scena la possibilità di creare delle aliquote differenziate in base alle fasce di reddito. Ad ogni modo, agli enti comunali e regionali resta qualcosa: saranno loro che potranno stabilire un’aliquota per restare nei limiti fissati a Roma.
Ci sono qualche problematiche che però ancora non sono chiarissime e dovrebbero essere risolte. Ad esempio, si dovrebbe assicurare, sul piano del gettito, che la sovraimposta fornisca le stesse entrate come accadeva per l’addizionale. Soprattutto nelle realtà più ricche. Per le realtà con redditi inferiori, sarà necessario trovare un’aliquota di equilibrio che, a fianco alla sovraimposta nazionale, si avvicini al limite stabilito. Chi ne paga le conseguenze? I contribuenti italiani, specie chi vive in zona non ricche: saranno loro a subire maggiormente l’aggravio fiscale. I più penalizzati saranno coloro con reddito superiore ai 75 mila euro annui, i quali rischiano di dover pagare 1.200 euro in più l’anno. Non poco, se si considerano già le altre tasse da pagare.
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