C’è un “magazzino” di crediti molto elevato che rappresenta un potenziale gruzzoletto per le casse italiane. Ma non è così facile andare a recuperarlo.
Ci sono oltre mille miliardi di euro di credi che non sono stati riscossi. A farlo sapere è il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, che in questi giorni è intervenuto in commissione sul federalismo fiscale. Un appuntamento importante in cui Ruffini ha fatto suonare il campanello d’allarme per evidenziare l’inaffidabilità del sistema di riscossione italiano. Per il direttore dell’Agenzia delle entrate l’Italia è l’unico Stato occidentale che ha un magazzino con crediti di oltre 20 anni, 22 per l’esattezza. Una situazione che rischia di diventare ingestibile per la mole di crediti avanzati e che, col passare del tempo, rischia di perdersi e diventare irrecuperabile.
Tasse, imposte, multe: in 21 anni e 4 mesi i crediti che l’Agenzia delle entrate avanza ammonta a oltre 2700 miliardi. Per intenderci, se fossero riscosse domani, la metà del debito pubblico saremmo estinto. Il direttore dell’Agenzia delle entrate ha affermato e puntato il dito contro la politica e la lentezza del sistema di riscossione. Questo però è dovuto al fatto che negli anni ci sono stati sanatorie e interventi che sono andati in senso contrario rispetto a quanto ci sarebbe da recuperare. Ecco che così ci sono stati degli interventi di rottamazione, il saldo e stralcio e altre misure simili, che però non hanno portato alla riduzione del montante complessivo. Il flusso di tasse non pagate che entrano nel «magazzino» sembra non frenabile, è sette volte superiore ai crediti che Agenzia delle Entrate-Riscossioni riesce a riscuotere. Per capirci in termini numerici, ogni anno entrano nel magazzino 70 miliardi di crediti e ne vengono riscossi meno di 10. Una bella differenza.
Il direttore dell’Agenzia delle entrate sono diverse, alcune più invadenti e altre meno. Dunque, da una parte certamente si potrebbe puntare di più sulla riscossione, con investimenti per potenziare i controlli e le sanzioni. Un metodo potrebbe essere di aumentare i controlli a livello informatico, mandando 16 milioni di atti ai cittadini italiani. Un sistema che però deve tenere in considerazione un fatto: l’apertura di migliaia e migliaia di contenziosi, di processi. Un meccanismo che rischia di paralizzare la giustizia civile italiana.
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