La riforma del catasto voluta da Mario Draghi preoccupa molto gli italiani e queste preoccupazioni sono ben fondate.
Secondo gli analisti ci sono troppe cose che non vanno nella riforma del catasto e che rischia di essere una terribile stangata sugli italiani. Lo chiarisce confedilizia.
Oggi la prima casa paga l’IMU soltanto se appartiene ad alcune categorie catastali: A1 A8 e a9 e viene considerata dunque di lusso. Con la riforma del catasto è molto facile che tantissime case assolutamente banali comincino a risultare come case di lusso e dunque benché siano prime case possano comunque sia essere chiamate a pagare il fisco.
Ecco perchè sarà una stangata sulla prima casa
Ma non basta Confedilizia evidenzia anche un altro rischio. Con l’aumento del valore catastale degli immobili andrà ad essere rivoluzionata anche l’ISEE, di conseguenza tante famiglie povere ma magari proprietarie di un piccolo appartamento magari anche fatiscente ed invendibile è il caso di tantissimi poveri al sud si vedrebbero persino privati di prestazioni sociali servizi vari e del reddito di cittadinanza. Un’altra cosa che non convince della riforma del catasto è il fatto che sia stata blindata con un voto di fiducia che ha messo a rischio la stessa tenuta del governo.
Versioni contrastanti dal Governo
Se si fosse trattato di una semplice riforma meramente burocratica come il presidente Draghi ha detto non si sarebbe stato alcun bisogno di blindarla col voto di fiducia.
Tra l’altro alcuni esponenti della maggioranza hanno smentito Draghi dicendo che nessuno può sapere oggi come sarà usata la riforma del catasto per la tassazione del 2026. Il problema è che questa ennesima stangata rischia di ricadere in modo del tutto trasversale tanto sui ricchi quanto sui poveri. Questa è una forte criticità specie in un momento in qui la recessione incombe e si parla di milioni di nuovi poveri.
Ennesima stangata sui poveri: si rischia la bomba sociale
Ma già oggi milioni di poveri in Italia non sanno come andare avanti e si stanno precipitando a chiedere in massa il reddito di base universale sul sito dell’Unione Europea. Chiederlo è facile: basta cliccare sull’apposito sito che si trova cercando su Google. In una situazione sociale da vera e propria bomba sociale pronta ad esplodere queste ennesime stangate sui più poveri rischiano di essere davvero la goccia che fa traboccare il vaso.