Gli esperti lo pronosticavano da tempo e puntualmente si sta avverando: il diesel è agli sgoccioli.
Effettivamente le riserve globali di diesel sono veramente esigue e con sempre maggiore insistenza si parla di razionamento. La guerra in Ucraina ha decisamente fatto precipitare le cose perché le interruzioni alle catene di approvvigionamento hanno reso sempre più difficoltoso per tutti i paesi europei procurarsi il gasolio.
Dunque la guerra può fare avvicinare molto velocemente la possibilità dei razionamenti del diesel e per chi ha questo tipo di automobili ovviamente i problemi saranno molteplici.
L’incubo del razionamento
Innanzitutto andare al lavoro potrebbe diventare molto complicato ma poi c’è anche la possibilità che accanto ai razionamenti ci siano anche ulteriori aumenti dei costi.
È quasi inevitabile che con una penuria di carburante a disposizione i costi possano aumentare ancora di più. Anche perché ricordiamo che il taglio delle accise voluto dal governo scade i primi di maggio e di conseguenza, dopo, i prezzi torneranno ad essere liberi. Ma oltre a questi problemi i proprietari delle auto diesel devono stare attenti anche ai controlli ai serbatoi.
Attenzione ai controlli ai serbatoi
Tanti Italiani per risparmiare stanno rincorrendo ai metodi più diversi. Se un metodo giusto per risparmiare può essere quello del carsharing che ci consente di dividere le spese con chi faccia il nostro stesso tragitto, un modo assolutamente sbagliato è quello di mettere oli come ad esempio l’olio di colza nel serbatoio. Alcuni italiani lo fanno e mettono ad esempio benzina agricola, olio di colza o oli di altro genere nel serbatoio della propria auto al posto del diesel. Ma questo fa sorgere un doppio problema. Innanzitutto questi Oli possono danneggiare seriamente il motore ed in secondo luogo possono anche costare multe molto salate.
Cosa si rischia
In Austria un parziale razionamento di diesel e già iniziato mentre in Spagna il Governo ha autorizzato i supermercati a razionare il cibo. In questa specie di economia di guerra nella quale siamo entrati, procurarsi le materie prime diventa davvero difficoltoso ed anche il presidente del consiglio Draghi in più occasioni ha avvertito gli italiani che ci saranno dei sacrifici da fare. Ma il problema non è legato solo ai carburanti. Caritas e Cgia di Mestre avvisano che 11 milioni di italiani sono in povertà o ci finiranno presto. Senza un salario minimo o un reddito minimo garantito il rischio è quello di una bomba sociale.