L’incubo dei razionamenti sembra sempre più vicino perché la guerra in Ucraina ed il vero e proprio muro sorto tra Unione Europea e Russia sta mettendo in crisi le scorte.
Si parla insistentemente di razionamento del diesel e di razionamento dei cibi. Chi ne parla purtroppo sono gli esperti dei relativi settori che conoscono bene le criticità della situazione.
In Austria per fare un esempio una grande compagnia petrolifera ha già parzialmente iniziato a razionare il diesel. In Spagna per fare un altro esempio i supermercati hanno già cominciato a razionare i cibi e anche qui da noi è importante entrare sin d’ora nella consapevolezza che i razionamenti possono partire.
L’Italia si prepara ai razionamenti
Per la verità già qualche settimana fa è stato proprio il Presidente del Consiglio Mario Draghi a dire gli italiani che devono prepararsi a questa eventualità ma nel frattempo la situazione decisamente peggiorata.
Proprio nella giornata di ieri Putin ha fatto sapere che sta lavorando a delle limitazioni dell’export di cibo nei confronti dei paesi ostili vale a dire proprio quelli dell’Unione Europea. Ma adesso ad essere chiamati in causa sul fronte dei razionamenti sono anche i sindaci e infatti da nord a sud i sindaci stanno cercando di spiegare ai cittadini che questa possibilità diventa sempre più concreta e stanno cercando di chiarire come comportarsi.
I sindaci parlano di questa emergenza
Il sindaco Vecchi di Reggio Emilia sottolinea un forte allarme legato al conflitto ucraino. Il sindaco della città sottolinea il fortissimo problema dell’inflazione e come presto l’inflazione potrebbe lasciare il posto anche a fenomeni di razionamento. Il sindaco Vecchi si richiama alle parole di Mario Draghi sulle possibilità di un razionamento confermandole. Ma da nord a sud sono tanti i sindaci che stanno intervenendo su questa delicata questione e che stanno cercando di preparare anche psicologicamente i cittadini a mantenere ordine e disciplina se dovesse verificarsi questo triste scenario.
Una situazione critica
Purtroppo i razionamenti arrivano in una situazione economica già disastrata per le famiglie e le imprese. A causa dei rincari fortissimi, innumerevoli imprese minacciano di chiudere i battenti. Caritas e Cgia di Mestre sottolineano come più di metà dei poveri italiani non riesca a percepire il reddito di cittadinanza e viva nella fame. Se non si interverrà prontamente con strumenti sociali degni di questo nome, c’è chi paventa una vera e propria bomba sociale.