L’Assegno unico è stata la grande rivoluzione del Governo Draghi insieme all’Irpef.
Con l’Assegno unico tutte le famiglie che hanno figli a carico possono beneficiare di un aiuto economico concreto da parte dello Stato.
Questo aiuto diventa ancora più prezioso in questi tempi di estrema precarietà occupazionale e di rincari forti sul costo della vita.
La misura dell’Assegno unico è teoricamente partita gennaio ma i primi soldi sono arrivati alle famiglie a marzo. Anzi per essere più precisi a marzo ben 4,8 milioni di figli a carico hanno potuto beneficiare dei pagamenti.
Ma adesso arriva il momento dei conguagli. Prima di entrare nel dettaglio della questione dei conguagli bisogna capire che l’assegno unico universale spetta a tutti i figli a carico fino ai 21 anni. Dunque fino ai 18 anni spetta senza alcuna condizione, ma dai 18 ai 21 anni ci sono dei paletti per poter ancora usufruire dell’assegno unico. Questi paletti sono che il ragazzo tra i 18 e i 21 anni stia studiando oppure lavorando oppure partecipando a un corso di formazione oppure sia iscritto ad un agenzia per l’impiego.
Ma vediamo la questione dei conguagli. In realtà i conguagli cominciano ad arrivare per tante ragioni diverse. Una tipica situazione che prevede i conguagli è quella dell’ISEE inviato in un secondo momento. Infatti molte famiglie hanno subito presentato la domanda per l’assegno unico ma soltanto in un secondo tempo hanno presentato l’ISEE. Quindi in questo caso l’importo erogato era il minimo pari a €50 a figlio. Ma chiaramente presentando l’ISEE l’importo può crescere e questo è un primo caso di conguagli. Un secondo caso è quello di un ISEE errato e che poi è stato rettificato. Addirittura pare che la questione dell’ISEE errato abbia coinvolto circa il 10% delle domande. In questo caso il conguaglio può essere sia in positivo che in negativo.
Un altro caso di conguagli è quello della variazione ISEE a qualsiasi titolo. L’arrivo di un nuovo figlio, oppure di un nuovo lavoro oppure purtroppo la perdita di un lavoro possono modificare l’ISEE e di conseguenza andare a determinare conguagli anche in questo caso in positivo o in negativo. Ma la situazione delle famiglie italiane è molto grave. In media l’indebitamento è pari a 22.000 euro per ogni nucleo familiare e addirittura 4 milioni di utenze a febbraio non sono riuscite a pagare le bollette.
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