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Blackout controllati: Putin vuole chiudere il gas, come faremo a scaldarci?

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Salvatore Dimaggio

Blackout controllati: solo chi ha qualche anno in più ricorderà questa formula. Ma forse ci stiamo per tornare.

La terribile tensione internazionale tra NATO e Russia passa attraverso il gas. Noi europei dipendiamo dall’orso russo per il gas e senza di esso restiamo al freddo e con scarsissima energia.

Ma anche la Russia dipende da tutti i soldi che l’Europa paga per il gas e dunque siamo incollati in questo stallo che nessuno può abbandonare. Eppure oggi Putin sembra vicinissimo ad uno stop.

Il rischio sul gas è forte

Secondo gli esperti il rischio sul gas in Europa è concreto. Putin ha chiesto il pagamento del gas in rubli, ma l’Europa ha risposto di no.

Il pagamento del gas in rubli è una provocazione al nemico europeo ma è anche un astuto modo per riportare in alto la disastrata moneta russa. Effettivamente con questa mossa il rublo si è rinforzato, ma l’europa ha risposto di no. Effettivamente il gas non avrebbe dovuto essere pagato in rubli e questa è una violazione del contratto da parte di Putin. 

Ormai Europa e Russia sono ai ferri corti ed il gas è a rischio

Il mancato accordo sui rubli mette a serio rischio la fornitura del gas. Infatti Putin non avendola spuntata sul fronte del pagamento potrebbe ricorrere a quest’ultima ritorsione della sospensione della fornitura di gas. L’Italia così come gli altri paesi europei si prepara al peggio. Se la Russia chiude i rubinetti l’Europa sarebbe nei guai e si dovrebbe partire subito con i razionamenti ed i blackout controllati. Ma come possono fare gli italiani a resistere in questa situazione?

Come negli anni ’70

Già negli anni ’70 l’Italia si era trovata in una forte penuria energetica e sembra che stiamo tornando a quegli anni. Razionamento e blackout controllati sarebbero molto pesanti da sopportare per cittadini ed imprese. Non solo i disagi sarebbero immensi ma anche l’economia già disastrata ed in recessione (anche Confindustria sostiene che manca poco) ne risentirebbe pesantemente. Uno scenario durissimo da affrontare per famiglie che già oggi sono in povertà ed in un’estenuante precarietà lavorativa.

Come devono organizzarsi le famiglie

In caso di blackout controllati ai cittadini sarebbe chiesto un grande senso di rispetto per l’ordine e la polizia vigilerebbe in modo assiduo onde evitare disordini e saccheggi, che sono il rischio di questo genere di operazioni. Ma Caritas e CGIA di Mestre dicono che gli italiani sempre più poveri hanno paura del futuro. Non stupisce che in massa ormai si chieda il reddito di base universale sul sito dell’Unione Europea. Senza di esso andare avanti sarà impossibile per tanti.

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