Chi siamo

Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Pensione: ecco come puoi lavorare un anno in meno degli altri

Foto dell'autore

Edoardo Corasaniti

Esistono delle deroghe al sistema che consente di accedere alla pensione. La legge infatti riconosce alcune possibilità. Ma bisogna conoscerle bene prima di illudersi. 

(Pixabay)

C’è chi sogna la pensione per una vita e quando inizia ad avvicinarsi la data fatidica iniziano a farsi i conti. Forse non tutti sanno che la legge consente di derogare la legge Fornero che disciplina la materia e permette così di andare in pensione a 67 anni, e anche a 66 anni. In maniera classica, il pensionamento è garantito agli uomini e alle donne che hanno compiuto 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. C’è’ anche un’ipotesi: 42 anni e 10 mesi di lavoro, senza prendere in considerazione l’età in cui si raggiunge questa quota che è comunque molto alta. Per le donne è diminuita di un anno.

Pensione a 66 anni, come fare

(Pixabay)

Ci sono alcuni casi che si può derogare al 67esimo anno di età per poter andare in pensione.  La legge riconosce la possibilità alle donne con figli, così come previsto dalla legge 335 del 1992 (riforma Dini) e poi ribadito dal successivo intervento nel 2011 dal ministro al Welfare del governo guidato da Mario Monti, la professoressa Elsa Fornero. In pratica, coloro che hanno prole possono ottenere un piccolo sconto sull’età anagrafica e quindi accedere a 66 anni alla pensione. Concretamente, lo sconto consiste in una diminuzione di 4 mesi per ogni figlio fino a un massimo di tre figli. A conti fatti, dunque, le donne possono beneficiare di uno sconto sul requisito anagrafico che può arrivare fino a 12 mesi e quindi uscire a 66 anni anziché a 67.

Pensione anticipata, a cosa fare attenzione

(Pixabay)

Questo “sconto” appena enunciato però non è a portata di tutte. E infatti, è bene sapere che possono accedere solo le donne che sono inserite nel sistema di calcolo contributivo “puro”E che dunque hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995, dopo che è entrata in vigore la riforma Dini. Questo vuol dire che la pensione sia liquidata interamente col sistema di calcolo contributivo. Altro passaggio da rispettare è collegato alla soglia minima di pensione che tocca ad ogni contribuente. La norma prevede che vi possa accedere solo chi raggiunge almeno un importo pari a 1,5 volte l’assegno sociale (468 euro). Dunque una pensione lorda di circa 702 euro al mese.

Gestione cookie