Cambiano le regole per il pagamento dell’Iva, grande mannaia per i lavoratori autonomi che ogni effettuato la dichiarazione dei redditi e versano le imposte allo Stato. Ma qualcosa potrebbe cambiare.
Dopo qualche settimana di incertezza politica e scricchiolio all’interno della maggioranza di governo che sostiene il premier Mario Draghi, dovrebbe essere ritornata la calma. In questa fase, al di là delle preoccupazioni che arrivano dalla guerra in Ucraina, l’esecutivo ha in agenda la riforma fiscale, già destinataria dell’ok della Ragioneria generale di Stato e ora in attesa dell’esame della Camera dei deputati. Si tratta di uno dei temi più sentiti da parte degli italiani, molto interessati a capire le sorti del proprio destino fiscale, spesso controverso e rischio di trappole. Il compito principale di Draghi e dei ministri è stato di risolvere alcune questioni spinose che avrebbero potuto impantanare il cammino della riforma, rimasta invece nelle intenzioni e nei piani di quanto ideato dall’esecutivo. Dunque, in particolare per le Partita Iva, la scelta è di rimanere con l’imposta del 15 per cento per chi detiene un regime forfettario e dichiarano al di sotto dei 65mila euro all’anno. Diverso è per chi dichiara di più: ci sarà uno scivolo di due anni con una tassazione superiore e poi giungere ad una tassazione normale. Questo è ciò che dovrebbe accadere per coloro che sono nel range 65-100 mila euro dichiarati ogni anno.
Tassazione dei redditi, cosa cambia
Modiche per il sistema di tassazione dei redditi: quelli da lavoro saranno gravati dall’Irpef, mentre se invece si parla di quelli da capitale si applicheranno imposte differenti. Per redditi si intendono, ad esempio, affitto, rendite finanziare, obbligazioni. Le aliquote, stando alla prima bozza, dovrebbero essere due: del 15% e del 23%,. Un altro tema decisivo è quello collegato all’abolizione dell’Irap che dovrebbe avvenire in maniera graduale.
Ecco le nuove aliquote
Cambieranno le aliquote Irpef. Dopo il cambiamento da cinque a quattro scaglioni (23%, 25%, 35% e 43%), si potrebbe approdare a una nuova decurtazione: tre variabili (23%, 33% e 43%). Questo cambiamento importante, stando alle indiscrezioni, dovrebbe essere effettuato con la prossima legge di Bilancio. Dovrebbero sparire, inoltre, l’acconto e il saldo per i pagamenti fiscali delle partite Iva. Questo perché i pagamenti verranno effettuati ogni mese.