Arriva una novità che sarà assolutamente poco gradita a tutti i percettori di reddito di cittadinanza e soprattutto quelli che vivono in affitto.
Si tratta di una novità decisamente peggiorativa che non va coinvolgere soltanto chi sia in affitto ma anche che abbia un mutuo. Purtroppo in questo periodo c’è una forte pressione negativa attorno al Reddito di Cittadinanza e le novità comunicate dall’INPS sono quasi sempre peggiorative.
La colpa è molto probabilmente del clima di sfiducia che si sta creando attorno a questo sussidio. Quasi ogni giorno vengono scoperti dei nuovi furbetti che lo percepiscono senza averne diritto e questo chiaramente crea l’idea diffusa nella popolazione che questo sussidio sia qualcosa di negativo o comunque sia qualcosa da circoscrivere e penalizzare.
Una vera batosta per chi sia in affitto
Non è assolutamente così perché il reddito è una misura che protegge tante famiglie dalla miseria e mai come oggi questa misura diverta assolutamente necessaria. Ma vediamo che cosa cambia per chi ha il Reddito e vive in affitto. Fino ad oggi il reddito di cittadinanza andava ad aiutare anche per quanto riguarda il pagamento dell’affitto di casa o il pagamento del mutuo. Sicuramente qualcosa di molto gradito ai tanti beneficiari del reddito ma anche della pensione di cittadinanza.
Incompatibilità con il contributo locale
Purtroppo però è appena stato diramato un comunicato dell’Inps che sottolinea come i contributi comunali percepiti per l’affitto andranno ad essere valutati relativamente all’assegno che si può percepire a titolo di reddito di cittadinanza.
In sostanza questa è una batosta per i beneficiari, vediamo perché. Il messaggio INPS del 18 marzo 2022 ha chiarito che i contributi economici erogati dai Comuni per quanto riguarda gli affitti di casa entrano in conflitto con il reddito di cittadinanza. Quindi i contributi comunali per l’affitto di casa vanno a ridurre l’importo perché non sono cumulabili con la famosa quota B.
Come viene tagliato
Nel reddito di cittadinanza la quota B è quella che viene offerta proprio per pagare il canone di locazione o il mutuo ma anche il finanziamento ipotecario. Quindi la non cumulabilità nel contributo comunale e della quota di del reddito o pensione di cittadinanza fa sì che proprio il contributo per l’affitto venga decurtato. In sostanza l’INPS va a sottolineare che se si percepisce il contributo comunale per l’affitto di casa non si può contemporaneamente percepire anche la quota relativa su reddito di cittadinanza. Di conseguenza un bel taglio reddito grillino che arriva proprio nel momento in cui maggiormente le famiglie sono in difficoltà a causa dei terribili rialzi dei beni di prima necessità.