Draghi una settimana fa in conferenza stampa ad un giornalista rispondeva che purtroppo avremmo dovuto tenere presente anche la possibilità dei razionamenti.
Se fino a qualche mese fa parlare di razionamenti come in guerra sarebbe apparso assurdo, oggi è lo stesso primo ministro che non li esclude e anzi consiglia agli italiani di prepararsi all’eventualità.
Da quella conferenza stampa in pochi giorni sono cambiate tante cose e la penuria di beni di prima necessità è diventata sempre più forte.
Già partiamo con i razionamenti
Gli economisti internazionali notano che tante materie prime, da quelle energetiche a quelle alimentari si riducono a vista d’occhio. A causa dell’inflazione della guerra e dell’embargo muovere le merci è difficilissimo e le riserve europee scarseggiano sempre di più.
C’è timore per il cibo perché come sappiamo grano, caffè ed altre materie prime alimentari non sono facili da approvvigionare in questo periodo ma spunta il nome della prima materia prima che purtroppo saremo costretti ad avere molto probabilmente con i razionamenti. Si tratta del diesel. Infatti le scorte di diesel scarseggiano in Italia ma anche in tutta Europa e dunque non c’è la possibilità che qualche altro stato europeo ci dia una mano da questo punto di vista. Il diesel è poco e d’altra parte in Italia se ne fa un consumo abnorme perché non solo le tante automobili italiane lo consumano quotidianamente ma sono soprattutto i tir a chiederne tanto.
Razionamenti pericolosi
Infatti ricordiamo che in Italia l’80% delle merci si muove proprio attraverso i Tir e quindi un razionamento di gasolio può avere effetti tragici non solo per le famiglie e per le imprese ma anche per tutto il comparto della movimentazione delle merci e il rischio dei supermercati vuoti diventa così molto più concreto. Non c’è ancora chiarezza su come funzionerà questo razionamento ma sicuramente fare benzina sarà più complicato e probabilmente anche più costoso perché secondo alcuni il prezzo del gasolio continuerà ad aumentare.
Penuria di diesel fa paura
Basti pensare che lo sconto di 25 centesimi sulle accise deciso dal governo è stato già in parte rimangiato in pochi giorni dagli aumenti sul gasolio e sulla benzina. Dunque uno scenario decisamente complesso nel quale l’Italia rischia di bloccarsi e molte aziende minacciano la chiusura con questi prezzi. Ma il rischio di resta senza diesel riguarda tutta l’Europa e quanti l’impatto economico può generare un effetto domino di vasta portata.