Lo Stato fornisce un’altra possibilità per mettere a posto i conti con l’Agenzia delle Entrate. Ma bisogna stare attenti al calendario.
Ci sono novità per chi è rimasto indietro con il pagamento delle cartelle esattoriali. A prevederlo è il decreto Milleproroghe, che permette così di rateizzare i pagamenti arretrati. La possibilità è fornita ad una condizione: essere rimasti fuori, decadendo, dalla cd pace fiscale precedente alla sospensione prevista dal decreto Cura Italia esattamente due anni fa (marzo 2020), lo strumento che consente al contribuente di pagare le cartelle esattoriali a rate usufruendo della cancellazione degli oneri accessori (come ad esempio more, sanzioni e interessi) e, in qualche caso, ad utilizzare dell’abbattimento di una quota importante del debito stesso. In termini di numeri, sono oltre 500mila gli italiani che al 31 dicembre 2021 non avevano ancora fatto pace con la Rottamazione ter, che consentiva di mettere in ordine i propri conti con l’Agenzia delle Entrate. La scelta di prorogare i termini sembra essere stata dettata dalle condizioni di incertezza internazionale dovuta alla guerra tra Ucraina e Russia, con le relative conseguenze in termini di rincari su carburanti, materie prime ed energia. E che spaventa chi riesce a fatica ad arrivare a fine del mese.
Pagamento delle cartelle esattoriali: le date
La nuova disposizione normativa prevede l’opzione di poter rateizzare diversamente le somme dovute all’Agenzia delle Entrate, i quali sono ormai in ritardo e hanno sforato le condizioni dettate dalla Pace fiscale. Se si è decaduti, insomma, grazie al Decreto Cura Italia, il contribuente può presentare una nuova richiesta per rateizzare. La domanda va inoltra negli uffici dell’Agenzia delle entrate entro il 30 aprile 2022. Le nuove richieste devono essere accolte per avere l’ok sulle rateizzazioni. Nel caso in cui ci sia il mancato pagamento di una quota si rischia di decadere.
Rateizzazione: occhio a non decadere dal diritto
Anche i piani di rateizzazione sono soggetti alla decadenza. Nel dettaglio, si può decadere dal piano di rateizzazione quando ci sono alcune elementi oggettivi: inadempienza (che vuol dire mancato pagamento di un certo numero di rate); assoggettamento del richiedente ad una procedura concorsuale; aziende cancellate dal registro delle imprese; morte del richiedente. Interessante capire quando scatta la decadenza per inadempienza: per le rateizzazioni esistenti dall’8 marzo 2020. In questo caso la decadenza si realizza con 18 rate non pagate anche non consecutive; le rateizzazioni attribuite dall’8 marzo 2020 e al 31 dicembre 2021, allora così la decadenza si realizza nel momento in cui viene meno il pagamento di 10 rate non consecutive; Inoltre, bisogna evidenziare, che c’è il caso in cui le rateizzazioni presentate e concesse dopo il 1° gennaio 2022, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive.