Ritorna uno degli strumenti finanziari che ha allettato gli italiani in passato. Ecco cosa c’è da sapere davvero.
Dopo qualche mese di assenza è tornato l’argomento del cashback fiscale: quest’ultimo servirà per le detrazioni sulle medicine, analisi, cure, visite e assistenze socio-sanitarie che potranno essere fornite ai cittadine e pagate sul proprio conto attraverso gli strumenti telematici come le App che ognuno di noi ha sugli smartphone. Questa circostanza non è riferita solo alle spese sopra elencate ma lo stesso accadrà anche per altre forme di costi che devono essere inseriti nella legge delega per la riforma del Fisco, tema importante su cui si concentra l’attenzione del governo nonostante la preoccupazione della guerra in Ucraina che ha rallentato e ingolfato l’agenda di Mario Draghi e i suoi ministri.
Cashback, ecco cosa cambia
L’esecutivo ha dato l’ok per l’impalcatura sollecitata dal Movimento 5 Stelle. La norma fa sì che ci sia un graduale cambiamento per la finanza pubblica: trasformazione che interessa, senza costi in più, la detrazione individuata dall’articolo 15 del Testo unico sulle imposte dei redditi (Tuir). Tra questi costi anche quelli relativi a spese mediche se collegate ad acquisti diretti di beni e servizi da attuare con le app sui cellulari. Il Movimento 5 stelle ha esultato per l’approvazione del metodo da loro individuato e tramite un suo esponente ha detto che “è stato accolto l’impianto del cashback fiscale come lo abbiamo proposto: il governo ha accolto lo spirito e la ratio della norma con l’erogazione diretta” delle detrazioni, “e c’è una proposta migliorativa di Leu su cui non poniamo alcun ostacolo” .
Spunta anche l’ipotesi Flat tax
Anche la Flat tax è sempre un tema caldo tra i banchi della politica, dove la Lega vuole un’aliquota al 20 per cento per chi supera i 65mila euro all’anno. C’è anche un’altra ipotesi al vaglio dell’attenzione pubblica e del governo: ampliare la platea Flat tax è di 85mila di base imponibile oltre ad un meccanismo di rientro verso l’imposizione ordinaria. Il dicastero dell’economia ha evidenziato l’intenzione di come vuole mettere in pratica la riforma degli acconti per i professionisti, che vorrebbe dire addio alla ritenuta d’acconto.