Sono mesi che ci lamentiamo (giustamente) del costo esorbitante dell’energia che importiamo dall’estero: vogliamo essere indipendenti, ma questo significa scorie nucleari.
E nessuno le vuole. Vediamo cosa sta succedendo. L’Italia sta pagando un costo esorbitante in termini energetici. Siamo completamente dipendenti dall’estero per quanto riguarda l’energia e questo fa sì che la nostra bolletta sia altissima. Prima non ce ne accorgevamo più di tanto, ma oggi con la forte inflazione e la guerra in Ucraina tutto cambia.
Il Paese non può e non vuole più essere dipendente dall’estero e vuole pagare l’energia al minimo. Certo, possiamo estrarre il tanto gas di cui disponiamo in Italia ed infatti le trivellazioni congelate per ragioni ambientali riprendono. L’Italia è ricca di gas e non ha senso importarlo da fuori pagandolo a peso d’oro. Ma se si vuole respiro sul fronte energetico bisogna tornare al nucleare. A molti questo non piace ma ormai il paese è con la spalle al muro.
Tornare al nucleare
Le famiglie non riescono più a pagare le bollette e le aziende sono a rischio chiusura.
Tante cartiere minacciano di fermarsi, ma è in generale l’industria energivora che non riesce ad andare avanti. Si deve tornare al nucleare. Ma nucleare significa scorie radioattive da stoccare da qualche parte. Ma dove? Qui iniziano i problemi. Se siamo tutti d’accordo nel chiedere la bolletta più bassa, l’accordo finisce quando si tratta di capire dove depositare le scorie.
Le città “fortunate”
Le cose si sono già messe in movimento. Sogin che è la Società Gestione Impianti Nucleari ha già creato ed inviato al Governo la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), in sostanza l’elenco delle zone che potrebbero ospitare le temute scorie prodotte dal futuro impianto nucleare italiano. Il paradosso è che i rifiuti ci sono già. Il nuovo deposito di scorie ospiterà 78.000 metri cubi di rifiuti radioattivi e la cosa più curiosa è che 33.000 metri cubi sono già esistenti ed aspettano una collocazione.
L’elenco delle città
Bosco Marengo e Novi Ligure, in provincia di Alessandria sono tra le località qualificate come massimamente idonee, ma non sono le sole. Sempre nei pressi di Alessandria c’è un altro sito adatto. Anche in provincia di Torino è stata individuata un’area idonea nei pressi di Carmagnola. Anche la provincia di Viterbo ha la sua zona idonea, anzi due: una è Montalto di Castro e un’altra è dalle parti del comune di Canino.