Lo scenario della guerra manda per aria tutte le previsioni degli economisti e il rischio del default russo crea un vero e proprio allarme rosso.
L’inflazione sta minacciando fortemente le famiglie e le aziende italiane. Gli osservatori sulla povertà in Italia sottolineano come le famiglie a rischio di scivolare sotto la soglia della povertà siano un numero veramente impressionante.
Come detto La colpa è dell’inflazione che rende la vita insostenibile perché è più fragile. Ma la guerra complica le cose perché potenzia l’inflazione che ormai secondo alcuni in Italia è arrivata al 10%. Ma il rischio che preoccupa di più le associazioni A tutela dei consumatori e quello del default Russo. In sostanza c’è il rischio che la Russia non riesca ad onorare i propri debiti con i tanti investitori internazionali.
Il rischio russo
Molti di questi investitori tra l’altro sono proprio banche italiane. Il rischio è veramente forte perché il default di un grande paese come la Russia avrebbe conseguenze davvero pesantissime sugli approvvigionamenti di cibo.
Gli economisti sottolineano che la guerra e l’embargo hanno già reso fortemente critiche molte catene di approvvigionamenti di generi alimentari. Infatti è atteso che pane e pasta divengano sempre più cari e sempre più difficili da produrre. Ma l‘ipotesi del default russo rischia di scatenare una sorta di effetto domino sugli approvvigionamenti di materie prime e tante proiezioni vedono come alcuni generi alimentari realmente difficili da reperire.
Due rischi sul cibo
In tante parti d’Italia è già scattata una vera e propria corsa a fare incetta di cibo nei supermercati, ma cerchiamo di fare chiarezza. In realtà ci sono due problemi che si sovrappongono per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo dei supermercati. Il primo è quello del blocco merci. Infatti in fortissimi rincari sulla benzina e su tutti i carburanti fanno temere che ci possa essere un blocco delle merci e che il cibo pur esistendo non riesco ad arrivare nei supermercati.
Supermercati senza cibo: è psicosi
Questo primo allarme chiaramente ha generato una vera e propria corsa a fare incetta di cibo. Ma il rischio più pesante è proprio quello che la catena produttiva dei generi alimentari possa interrompersi. Coldiretti sostiene che l’Italia potrebbe aumentare la sua produzione di beni di prima necessità, ma chiaramente sono processi che richiedono tanto tempo e che non possono aiutare nell’approvvigionamento immediato dei supermercati. Tra l’altro anche le sementi e i mangimi scarseggiano mettendo a rischio agricoltura ed allevamento.