Aumentano in maniera vertiginosa i prezzi delle materie prime. A pagarne le conseguenze le famiglie italiane, costrette a tirare la cinghia in attesa di tempi migliori.
Ormai è sotto gli occhi di tutti: la guerra tra Ucraina e Russa ha provocato conseguenze elevatissime anche nei paesi europei, tra cui anche l’Italia. Il risultato più grave lo si sperimenta nell’aumento delle spese per i consumi per diesel, benzina, grano e pane. Ma non è solo questo, perché alle stelle ci sono anche i prezzi di altre materie prime che stanno provocando danni pesanti alle aziende e alle famiglie degli italiani. E così, dopo il Covid che ha innescato una crisi economica da cui stavamo provando a risollevarci, adesso la guerra rischia di creare un nuovo clima di incertezza finanziaria.
Rincari, ecco i prodotti più colpiti e perché accade
Sono numerosi i prodotti che adesso costano di più e che molte volte rappresentano beni primari per le famiglie. Tra questi il gas (più 48 per cento), grano (30 per cento), acciaio (25 per cento) e petrolio (oltre il 16 per cento). Prodotti importanti per noi, a partire dall’acciaio che viene utilizzato nell’edilizia e dunque nelle infrastrutture, ma anche per la costruzione di macchine, di centrali elettriche e le tubature. Chi produce questi prodotti? Cina, Giappone, Usa, Corea del Sud, India e proprio la Russia, uno dei Paesi al centro del conflitto bellico.
I rincari comunque hanno interessato anche piombo, frumento, alluminio e nickel.
Ora l’Italia rischia la stagflazione
In questi giorni torna a riecheggiare il pericolo di stagflazione, un fenomeno economico in base al quale esistono sul mercato un aumento generale dei prezzi non accompagnato però da un miglioramento dell’economia reale. La stagflazione si è già verificata in passato e può essere intesa come il mix tra inflazione e stagnazione del mercato. A paventare il rischio è stata l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, che ha messo in luce un peggioramento dell’Italia e che starebbe arrivando verso il fenomeno economico appena descritto. Questa circostanza, inoltre, favorisce anche la perdita di posti di lavoro. Uno scenario da evitare e che non può che non spaventare gli italiani e il Governo, alla caccia di misure e provvedimenti per risollevare la china.