La guerra in Ucraina ci ricorda quale dramma spaventoso sia quello dei conflitti bellici.
Ma forse più odioso ancora della guerra è il pensiero che qualcuno possa guadagnare ed arricchirsi sulle sofferenze e sulla morte di tanta gente. E’ un pensiero che effettivamente sgomenta e lascia senza fiato. Eppure molti oggi sono sul banco degli imputati per quanto riguarda i profitti di guerra.
C’è il forte sospetto che i grossi mercanti internazionali di petrolio e di energia stiano speculando sui rincari. Da molte parti si è levata questa voce e quando recentemente qualche azienda ha sostenuto di voler violare l’embargo nei confronti della Russia per avere materie prime a costo più basso è stata duramente criticata. Inevitabilmente sul banco degli imputati c’è anche l’industria delle armi. Pensare che Jet militari che costano miliardi di dollari siano impiegati per bombardare dei poveri disgraziati che guadagnano, se tutto va bene pochi euro al giorno, è qualcosa che urta ad un livello profondissimo la sensibilità di qualsiasi essere umano. Ma in Italia per la gente comune l’ansia è quella dei mutui e dei prestiti. Lo scenario dell’inflazione della guerra fa paura per tante ragioni.
Perché rende il potere d’acquisto degli italiani veramente basso e perché erode i risparmi, ma non solo. Tantissime famiglie rischiano concretamente di finire sotto la soglia di povertà, ma una particolare apprensione ce l’hanno coloro i quali hanno in essere dei mutui. Cerchiamo di capire allora cosa sta succedendo. I soggetti più a rischio sono per ovvie ragioni coloro i quali hanno mutui a tasso variabile. Infatti il mutuo a tasso variabile potrebbe facilmente impennarsi a causa dell’inflazione e della guerra.
Questi mutui infatti risentono sebbene in modo indiretto del Tasso applicato dalla Banca Centrale Europea. Dunque chi ha attivo un mutuo a tasso variabile è oggi gravato dal timore che questo possa impennarsi. Fino ad oggi ciò non è successo perché la Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi a zero nonostante la fortissima inflazione. Ma gli esperti consigliano di provvedere velocemente ad una surroga.
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Infatti passare ad un mutuo a tasso fisso probabilmente sarà un po’ più sconveniente nell’immediato, ma metterà al riparo dai rincari. Eppure i rincari sul mutuo a tasso variabile non sono assolutamente scontati. Infatti la Banca Centrale Europea si è dimostrata molto determinata a voler evitare di aumentare i tassi. Ma con una situazione del genere e con un’inflazione reale che ormai può essere vicina al 10% non ci sono garanzie.
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