Ormai parlare di bonus casa significa parlare di caos, contrattempi, leggi scritte e riscritte mille volte e soprattutto di diffidenza sempre più marcata da parte dei cittadini.
Dopo la stretta sulla cessione dei crediti che aveva paralizzato il mercato dei bonus casa, sembrava essere tornato il sereno ma si trattava solo di un’illusione. La nuova normativa sulla cessione dei crediti infatti è durissima. Solo tre cessioni dei crediti sono possibili e solo tra banche selezionate. Inoltre Banca d’Italia dovrà controllare attentamente l’operato di queste banche e qui scatta il caos che sta paralizzando gli utenti di Poste Italiane.
Infatti la piattaforma per la cessione dei crediti di Poste Italiane teoricamente ha riaperto i battenti e questo sembrava sancire un ritorno alla normalità, ma la nuova piattaforma per la cessione dei crediti è ben diversa da quella precedente. Infatti una montagna di documenti viene richiesta a chi cerchi di operare la cessione del credito ed anzi Poste Italiane stessa avvisa gli utenti che i tempi necessari per analizzare tutte le varie documentazioni potrebbero essere anche molto lunghi. Tanti dunque stanno pensando bene di lasciar perdere. Ma la colpa, se così si vuole dire, non è di Poste Italiane ma è da ravvisarsi nelle normative molto stringenti imposte dal governo.
Una normativa dura
Difatti il governo ha messo paletti davvero durissimi sulla cessione del credito ed i controlli saranno spietati. Dunque non sorprende che Poste Italiane non voglia essere invischiata in crediti problematici. Ma se la cessione dei crediti del 2021 risulta a rischio proprio perché Poste Italiane non accetta sulla sua piattaforma i crediti dell’anno scorso, una novità potrebbe spuntare invece per quello che riguarda le villette e le abitazioni unifamiliari. Infatti un emendamento prevederebbe una proroga della famosa scadenza del 30 giugno sino al 30 settembre.
Proroga unifamiliari e problemi
Dunque per le unifamiliari ci sarebbe una proroga di tre mesi per ultimare il famoso 30%. Ma va sottolineato che innanzitutto si tratta solo di un emendamento e che francamente 3 mesi sono ben poca cosa rispetto al caos causato dall’ultima normativa. La questione ormai è troppo spinosa. I rincari delle materie prime sono esagerati e la cessione del credito è troppo complessa e farraginosa.
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Insomma non stupisce che l’attenzione dei cittadini nei confronti del mondo dei bonus sia sempre più bassa. Il Governo non li ama e li considera una fonte di frodi ed ormai anche i cittadini sembrano gradirli assai meno, come conferma anche l’ultimo sondaggio Nomisma.