La crisi energetica e la dipendenza dell’Italia da altri Paesi spinge il premier a pensare a nuove soluzioni. Ed ecco che spunta un’ipotesi già vagliata in passato.
C’è poco da fare: la crisi energetica di questi giorni sta mettendo a serio rischio la stabilità economica e psicologica degli italiani, sempre più costretti a sopportare aumenti di costi sulle energie primarie come l’acqua, il gas e la benzina. In questo panorama a tinte fosche ci sono si avanzano dubbi, perplessità ma anche proposte più o meno concrete. Una di quelle di più ripetute dall’inizio della crisi energetica è senza dubbio quella di cui il premier Mario Draghi se ne è fatto portavoce nel suo discorso alla Camera dei deputati, nel giorno in cui si è affrontato il problema della rinuncia al gas e al petrolio russo a causa della guerra in Ucraina.
Cosa ha detto Draghi e perché è importante per tutti gli italiani
Come detto, la guerra ad Est ha riaperto una voragine che sembra essersi chiusa in Italia: la crisi energetica, anche se, e anche i non esperti lo sanno, la dipendente del Bel Paese dagli altri stati è iniziata a farsi sentire già da tempo. Ora il premier Draghi nei giorni scorsi ha riacceso la luce sulla possibilità del ritorno all’energia nucleare, ipotesi che gli italiani hanno scartato e messo da parte con un referendum dopo i fatti di Chernobyl. Ovviamente, i tempi sono cambiati e quell’energia nucleare non sarebbe più come prima. Si parla infatti del c.d. “nucleare pulito”, di ultimissima generazione, a impatto ambientale sostenibile. Il primo ministro ha ricordato che entro il 2028 l’Unione Europea ha previsto lo start per il primo prototipo di reattore a fusione.
Le perplessità sul nucleare
Da un punto di vista tecnico, si tratta di un prodotto che è il risultato della fusione a “confinamento magnetico”, l’unico modo per fornire energia elettrica sostenibile e non inquinante. Nonostante questo, Greenpeace, tramite il suo direttore, ha fatto sapere che si tratta della solita fuffa sulla fusione. Inoltre, poco più di una settimana fa, l’autorità francese nucleare ha stoppato i lavori per la costruzione di un grande reattore sperimentale a fusione nucleare. Anche se quest’ultima non è avvenuta per motivi di sicurezza.