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Pensioni: la guerra in Ucraina può congelarle, INPS in affanno

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Salvatore Dimaggio

Scenario assai complesso quello posto dell’inflazione e soprattutto dalla guerra in Ucraina.

Il Governo si trova nei guai con un esborso assolutamente imprevisto e con un una crescita che ormai è fortemente problematica. Nel mirino finiscono inevitabilmente le pensioni. Vediamo cosa sta succedendo. L’uscita dal covid sembrava un momento di rinascita per l’economia italiana e tanti effettivamente ci speravano.

Ma l’arrivo dell’inflazione ha reso tutto più difficile per il Governo che si è trovato a fare i conti con una situazione decisamente più pesante. Le casse dello Stato già messe a dura prova dall’esborso eccezionale dei bonus dell’epoca covid sono adesso ulteriormente salassate dai bonus sulle bollette e da quello in arrivo sui carburanti. Le speranze di fare cassa attraverso la lotta all’evasione sono vaghe e comunque parlano di un futuro remoto e di conseguenza a farne le spese sono proprio le pensioni. E’ il Sole24ore a pubblicare delle indiscrezioni secondo le quali tutta la riforma delle pensioni potrebbe essere congelata.

Trattative difficili

Ape sociale ed Opzione Donna rischiano di saltare perché le coperture del governo divengono sempre più esigue. Allo stesso tempo i lavoratori giovani sono pochi, spesso precari ed in nero. Insomma lavoratori poveri che all’INPS danno ben poco e che non consentono di reggere il forte esborso delle pensioni. Voci sempre più insistenti parlano di una riforma dunque congelata e di quota 102 prorogata. Il Presidente dell’INPS Tridico aveva già messo in guardia prima della crisi in Ucraina che la povertà dei lavoratori di oggi metteva in crisi la tenuta del sistema. La guerra ha ovviamente peggiorato uno scenario già difficoltoso.

Il peso sulle pensioni

Si aprono a questo punto vari scenari, ma si fa sempre più concreta la possibilità di una forte stretta sulle pensioni che i sindacati hanno già definito un vero e proprio massacro sociale. Ma quale forma può prendere questa dura stretta?  Se fino all’anno scorso il ritorno alla Fornero sembrava ancora evitabile oggi sembra veramente difficile che non si torni all’impianto pensionistico più odiato dagli italiani.

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Ecco perché allo stato attuale pare che il governo desideri soltanto prendere tempo e bloccare quota 102 ancora per un altro anno. In queste settimane si avranno maggiori delucidazioni ma certamente anche il mondo delle pensioni pagherà un costo elevato per questo scenario internazionale.

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