In Senato arriva l’approvazione definitiva della conversione in legge del decreto Milleproroghe. Il centrodestra esulta: dietrofront sul limite utilizzo dei contanti.
Le limitazioni all’utilizzo dei contanti sono state introdotte già da qualche anno con l’intento di aiutare a contrastare il riciclaggio di denaro e per combattere l’evasione fiscale, un problema molto diffuso in Italia. E’ un argomento che è stato spesso oggetto di modifiche: nel 2016 era stato alzato a 3.000 euro ed il 1° luglio 2020 era stato abbassato a 2.000. Dal 1° gennaio 2022 sarebbe dovuto scendere a 999,99 euro ma le cose sono andate diversamente.
Lo scorso febbraio, i partiti del centrodestra – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – hanno proposto un emendamento per mantenere ancora per un anno il limite a 1.999,99 euro. La modifica è stata approvata per un solo voto e col parere contrario del governo. Il deputato leghista Massimo Bitonci ha affermato che la limitazione del contante come contrasto all’evasione è “solo una battaglia ideologica della sinistra”.
Quali sono le conseguenze per i consumatori?
Facciamo un po’ di chiarezza: che cosa significa che la soglia di utilizzo dei contanti è 2000 euro (1.999,99 per l’esattezza)? Anzitutto, sarà ancora possibile prelevare al Bancomat cifre superiori al limite previsto: potremo ancora, ad esempio, prelevare 2.500 euro. Allo stesso modo sarà ancora possibile versare sul proprio conto corrente una cifra superiore a 2000 euro. Ciò che non sarà concesso, invece, sarà spendere in contanti l’intera cifra per acquistare, ad esempio, un computer o per pagare la prestazione di un professionista, come un idraulico.
La soglia all’utilizzo dei contanti, infatti, si applica per le transazioni che vedono coinvolte due o più persone. Per tutte le transazioni che superano i 2.000 euro, sarà dunque necessario utilizzare pagamenti elettronici che assicurano la tracciabilità come bancomat o carte di debito, carte di credito, prepagate, assegni bancari e circolari e bonifici.
Comunque, questa soglia dovrebbe di nuovo scendere a 999,99 euro dal 1° gennaio 2023: tuttavia, è importante sottolineare che non è detto che ciò accada, dato che non esiste ancora un fronte compatto e unito a livello politico per combattere l’evasione fiscale ed il riciclaggio.