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Caro benzina: “ora siamo fermi”, Ucraina può portarla a 3€/litro e non solo

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Salvatore Dimaggio

L’escalation militare in Ucraina minaccia fortemente il prezzo della benzina. Ieri sui mercati internazionali le materie prime sono letteralmente esplose balzando a cifre record davvero inedite.

Purtroppo il conflitto in Ucraina oltre alla drammaticità in termini di vite umane e al rischio serio che l’Europa venga trascinata in un nuovo conflitto avrà sicuramente ripercussioni dirette sui costi della benzina. Ma vediamo i numeri.

Il petrolio ieri ha superato la soglia dei 105 dollari al barile, una cifra veramente tremenda che fino a solo qualche mese fa sarebbe parsa pura fantascienza. Il gas è arrivato a €110 facendo un balzo del 60% in un singolo giorno. Aumenti di questo genere si vanno a sommare sugli incrementi già terribili causati dall’inflazione e per tante famiglie italiane si profila il rischio della povertà energetica. Vediamo che cosa succede e che cosa succederà alla benzina. Anche perché a questo punto il problema vero e anche quello del blocco merci. Sui mercati internazionali si scambiano le preziose materie prime e mai come oggi i loro costi sono saliti alle stelle.

Rischio forte ma si può risparmiare

Gli esperti dicono che con un petrolio prezzato a queste cifre il costo della benzina per litro può arrivare facilmente a 2,5 o anche a €3 per litro. E’ Quattroruote a sottolineare questa autentica emergenza e questi prezzi come decisamente probabili. Gli osservatori economici come Caritas oppure Cgia di Mestre dipingono scenari foschi con questi rincari tremendi. Per tanti Italiani dunque fare benzina diventerà costosissimo e molti saranno costretti a rinunciare all’auto. Vediamo come risparmiare e poi anche il terribile rischio del blocco merci. Per risparmiare sulla benzina è importante che l’auto sia in perfetta efficienza perché un’auto che non funziona bene purtroppo ne spreca tanta

Il rischio del blocco merci

Anche gli pneumatici devono essere ben gonfi, ma il consiglio migliore è quello di condividere la propria auto con altri. Le applicazioni di car sharing infatti permettono di trovare persone che facciano i nostri stessi tragitti nei nostri orari e quindi di dividere la spesa del costosissimo carburante. Se si può, utilizzare mezzi pubblici biciclette o monopattini elettrici. Ma gli esperti sottolineano che i tir hanno già cominciato a fermarsi in tutta Italia quando la benzina costava sotto i €2 per litro.

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Uno scenario di una benzina a €2,5 o addirittura €3 significa automaticamente un vero e proprio blocco dei Tir in tutta la penisola e di conseguenza l’economia che si ferma e i supermercati che rimangono vuoti. Insomma uno scenario bellico in piena regola che il Governo sta cercando di scongiurare con aiuti importanti che però appaiono davvero limitati rispetto all’enormità del fenomeno in atto.

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