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Conto cointestato: “di chi sono i soldi” il Fisco non perdona se fai questo

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Salvatore Dimaggio

Avere un conto cointestato è una scelta che tanti Italiani fanno. Ma come vedremo i rischi sono forti sul fronte fiscale.

Specie di questi tempi, poi, con i rincari generalizzati dei costi per mantenere un conto, tanti Italiani ritengono che avere un solo conto invece che due possa essere un bel vantaggio ed un risparmio in termini economici.

Tra marito e moglie avere un solo conto invece che due significa sicuramente dimezzare le spese, ma significa anche mettersi proprio nel mirino del fisco. Vediamo come mai l’Agenzia delle Entrate tiene sotto particolare controllo i conti cointestati e che cosa evitare di fare per suscitare pericolosi e seccanti accertamenti. I conti cointestati sono di due tipi. Sono a firma disgiunta quando ciascuno dei due o più cointestatari può disporre liberamente dell’intera somma. Al contrario si chiamano conti cointestati a firma congiunta quelli nei quali c’è sempre bisogno delle firme di tutti i vari cointestatari per disporre delle varie operazioni.

Ecco perchè il Fisco li monitora con attenzione

L’Agenzia delle Entrate tiene particolarmente sott’occhio i conti cointestati perché se per tanti Italiani in buona fede sono semplicemente il modo per far economia per soggetti truffaldini possono essere una modalità per abbassare virtualmente ciò che si possiede ed apparire più poveri della realtà. Proprio a questo proposito è importante una sentenza della Corte di Cassazione, in particolare la numero 25684 del 22 settembre 2021 che stabilisce come il denaro sia di chi lo versa sul conto. E’ il giornale a ricordare questa importante precisazione.

Quando si mette in allarme il Fisco

Dunque non è vero che i soldi del conto cointestato diventano automaticamente metà di un cointestatario e metà dell’altro o comunque si ripartiscano in parti uguali tra tutti i vari cointestatari anche se sono più di due. La Cassazione ha stabilito che i soldi sono di chi li versa. Questo è molto importante perché per abbassare il proprio reddito imponibile e dunque sfuggire al fisco taluni ritengono che contestando i propri conti con parenti o altri soggetti possano apparire al fisco come più deboli economicamente e quindi meno tassabili. Di conseguenza aprire un conto cointestato significa mettere il fisco in una condizione di sospetto.

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Quando si ha un conto cointestato infatti il fisco può facilmente sospettare che chi ponga in essere questa operazione possa farlo proprio per apparire più povero di quanto in realtà non sia, dissimulando i propri soldi in una serie di conti che apparirebbero così soltanto in parte del soggetto. Ma cosa fare per evitare attenzioni sgradite? Sicuramente avere più conti cointestati magari con persone diverse può risultare fortemente sospetto così come cercare di abbassare il proprio imponibile dissimulando che la proprietà dei soldi non sia propria è certamente una via sbagliata.

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