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Attenzione alla nuova truffa sulle utenze telefoniche, il racconto della vittima

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Carmelo Giuffre

Il celebre programma satirico Striscia La Notizia ha raccontato la truffa subita da un commerciante che si era visto intestare delle linee telefoniche a sua insaputa. Vediamo nel dettaglio cos’è successo. 

Il celebre programma giornalistico-satirico Striscia la Notizia ha scoperto una nuova truffa che riguarda anche l’Agenzia delle Entrate. Ad occuparsi di questa piccola inchiesta è stato l’inviato Riccardo Trombetta che si è interessato al caso di un commerciante a cui erano state intestate alcune utenze telefoniche a sua insaputa. Utenze per cui gli era stato naturalmente richiesto in un secondo momento dallo stato il pagamento delle relative tasse. La vittima si chiama Daniele Castellano e nella sua attività imprenditoriale si occupa di vendere modelli in miniatura dei protagonisti dei cartoni animati nipponici. L’uomo a un certo punto ha scoperto, come si accennava in precedenza, di essere stato vittima di un raggiro per mano di un noto operatore telefonico che lo hanno portato a vedersi intestate sette linee telefoniche della sua azienda per una spesa complessiva di consumo pari a settemila euro. 

Striscia la Notizia, truffa telefonica: il racconto del commerciante

Ai microfoni di Striscia l’uomo ha raccontato che “qualcuno ha intestato sette linee telefoniche alla nostra azienda utilizzando tutti i nostri dati a parte l’indirizzo, che era diverso e a cui arrivavano le bollette. Abbiamo fatto denuncia e l’operatore ha bloccato tutto, ma il problema non si è risolto”. E non solo, come afferma il commerciante, non è riuscito a risolvere la situazione, ma a un certo ha ricevuto anche la comunicazione di avviso per il pagamento delle dovute tasse su questa utenza dall’Agenzia delle Entrate: “Abbiamo fatto presente che siamo vittime di una truffa, abbiamo fatto ricorso e lo abbiamo vinto, con l’Agenzia che avrebbe dovuto rimborsarci 300 euro, che non abbiamo mai visto. A distanza di 10 anni ci ha poi chiesto 472 euro per queste famose sette schede”. 

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In seguito però lo stesso imprenditore racconta di essere riuscito a rintracciare l’ente governativo, e ad ottenere l’annullamento della cartella. 

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