Il Fisco cambia radicalmente grazie ai nuovi poteri di indagine e tanti italiani sono in ansia. Ma novità assai rilevanti arrivano dalla Cassazione.
Il fisco ha ricevuto il via libera da parte dell’autorità garante sulla privacy per avere accesso a tutti i dati di conto corrente e carte di credito dei cittadini.
Si tratta di un potere di indagine senza precedenti che consente alla macchina dell’erario di fare una vera e propria radiografia della vita degli italiani. Vediamo come mai il garante della privacy ha concesso poteri così estesi e che cosa cambia concretamente per la vita dei cittadini. In realtà da adesso tante spese dovranno essere giustificate altrimenti si rischia grosso. L’autorità garante per la privacy ha concesso al fisco di poter approfondire così tanto i dettagli della vita dei cittadini perché il cittadino esaminato dagli operatori in realtà sarà coperto da pseudonimo. Gli operatori del fisco potranno letteralmente passare al setaccio conti, carte di credito e tutto ciò che fanno i cittadini, ma non sapranno concretamente chi stanno esaminando. Il nome è coperto da uno pseudonimo che poi sarà eventualmente rimosso soltanto al momento di eventuali indagini o accertamenti. Ma vediamo che cosa dovranno giustificare i cittadini.
E’ il Sole 24 Ore a fare il punto della situazione. La Corte di Cassazione ha sancito che quando le spese per le varie esigenze della famiglia non siano in linea con quello che effettivamente si dichiara si è tenuti a dare giustificazione. La Cassazione in un caso specifico nel quale un cittadino sembrava ostentare una vita decisamente più agiata rispetto a quella che gli introiti dichiarati gli avrebbero permesso ha sottolineato proprio questo. I movimenti del conto corrente possono aiutare nella ricostruzione del reddito imponibile reale di un contribuente. A meno che questo non dimostri l’irrilevanza fiscale di questi movimenti.
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In sostanza se le entrate e le uscite del conto corrente non sono in linea con ciò che si dichiara al fisco si deve offrire un’adeguata spiegazione altrimenti si può incorrere in sanzioni. E’ il contribuente dunque che deve dimostrare la cosiddetta “irrilevanza fiscale” delle somme messe in campo. Se il contribuente non riesce a dimostrarla ecco che il fisco potrà presumere che queste spese familiari così fuori da ciò che i guadagni consentirebbero sono la spia di proventi occultati.
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