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Arriva il silenzio assenso TFR: attenzione a stipendi e pensioni, devi scegliere

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Salvatore Dimaggio

La nuova regola può operare una vera rivoluzione per quanto riguarda pensione e TFR.

Cerchiamo di capire che cosa sta succedendo. Con la nuova regola sul cosiddetto silenzio-assenso a 6 mesi dalla pensione il lavoratore, e dunque futuro pensionato, dovrà fare un’indicazione chiara e precisa.

Dovrà sostanzialmente indicare se vuole che il suo TFR gli sia versato oppure che sia versato in maniera automatica in un fondo pensione. Dunque un regolamento tutto nuovo ed è importante capire bene che cosa cambia. Tutto questo nasce dal tavolo tematico che il governo e i sindacati stanno tenendo proprio sulla cosiddetta previdenza complementare. Dunque dall’accordo tra governo e parti sociali viene fuori questa nuova normativa sul silenzio assenso.

Che succede al tuo TFR

Come sappiamo il rischio per molti è di andare in pensione con una pensione veramente magra. Quindi l’idea sarebbe quella di far confluire il TFR in un fondo pensione in modo tale da poter integrare. Ma molti storcono il naso: non è questo un modo di sacrificare il TFR perchè la pensione sarà troppo misera? C’è chi teme di si. Nel silenzio del lavoratore, con questo nuovo progetto, il TFR finirà nei fondi pensione. Infatti c’è la concreta possibilità che le pensioni del futuro siano davvero davvero risicate e con condizioni di uscita praticamente punitive. Infatti a quanto pare è questo che spetterà ai futuri pensionati: uscite in tardissima età oppure cifre davvero misere.

Un TFR sacrificato ad una pensione troppo magra?

Ecco il senso del portare il TFR verso fondi pensione che integrino le magre pensioni. Proprio per questo tanti chiedono il reddito di base universale europeo che possa integrare la magra pensione che probabilmente ci aspetterà. Molti, anzi, troppi andranno in pensione con pensioni bassissime e i più giovani la pensione probabilmente non la vedranno mai. Per ovviare a questa situazione oggettivamente drammatica è in progetto nella UE l’istituzione di un Reddito di Base universale da erogare a tutti i cittadini indistintamente per garantire un’esistenza dignitosa a tutti.

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Al momento la UE sta raccogliendo le firme per capire quanti vogliano questa misura. Una volta raggiunte le firma la proposta passerà al Parlamento europeo e da lì, nella vita dei cittadini. La questione pensioni purtroppo resta assai problematica. Ad ogni modo non sfugge a nessuno che dopo quest’anno di transizione, dal prossimo le pensioni saranno meno amichevoli e vantaggiose.

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