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Fed: tassi fermi, aumento a marzo poi riduzione bilancio. Borse festeggiano

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Salvatore Dimaggio

Fed minaccia aumento tassi a marzo. Non lo farà: borse su e inflazione mortale.

La Federal reserve ieri ha fatto il suo consueto spettacolo. Uno spettacolo che va in scena ormai da tanto tempo, un po’ come certi vecchi classici che restano in cartellone a Broadway per anni o decenni. Powell ha detto sempre le solite cose, ma alla fine, in soldoni il punto è sempre lo stesso. Nonostante l’inflazione sia ai massimi da decenni, i tassi sono misteriosamente a zero. Un comportamento scandaloso che ormai viene tollerato non si sa più nemmeno perché. Le borse fanno i soliti scossoni di rito e poi ritornano a salire gonfiando una bolla sempre più paurosa. Ma nel frattempo le persone comuni, le famiglie, le imprese che cosa fanno? Muoiono lentamente a causa dell’inflazione. Mentre Powell dice che non c’è bisogno di spostare i tassi dallo zero e la Lagarde ne è ancora più convinta, il prezzo di un pieno in Italia è cresciuto di €1 in una sola settimana.

Borse su ed inflazione letale

Le aziende sono costrette a lavorare di notte per pagare le bollette e il prezzo di tutte le materie prime sta letteralmente esplodendo. Ma i tassi rimangono sempre comunque a zero: vaghe minacce di aumenti che poi non si concretizzeranno mai. Ma poi se anche facessero a marzo questo microscopico aumento dello 0,25% che cosa sarebbe rispetto ad un’inflazione così spaventosa? Insomma l’importante è salvare le borse; che poi cittadini e piccole imprese crepino non importa a nessuno. Tutto questo spettacolo può andare avanti soltanto perché la gente comune quando ci sono i rincari sulle bollette se la prende col Governo o col gestore dell’energia.

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L’uomo medio neppure sa che esistono le banche centrali e che hanno delle precise responsabilità.

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Quando parla Powell sostanzialmente ci sono soltanto i trader ad ascoltarlo mentre quelli che poi saranno strangolati dalle bollette non sanno nemmeno chi sia.

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