Dal primo febbraio i contribuenti potranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione Iva relativa al 2021.
Dunque dal primo febbraio si aprono i canali telematici per la dichiarazione Iva 2022. Con questo importante appuntamento fiscale si procede a definire la situazione per quel che riguarda il 2021. Ma qual è il termine per questo importantissimo adempimento? Il termine è il 2 maggio 2022. Se si vuole evitare la questione delle comunicazioni delle liquidazioni periodiche del quarto trimestre dell’anno scorso si può optare per una presentazione entro il termine del 28 febbraio. Questa via preferenziale è percorribile a patto di compilare il quadro VP. Sarà proprio nel quadro VP che dovranno essere contenuti i dati relativi alle liquidazioni periodiche proprio del quarto trimestre. Prima di passare alla questione relativa ai versamenti è rilevante sottolinare che non si sono ancora placate le polemiche per l’estensione della fattura elettronica ai forfettari. Molti hanno visto in questa misura un elemento dissuasivo proprio a carico dei soggetti più deboli. Da non dimenticare è la data del 16 marzo 2022.
Pagamento, rateizzazione ed interessi
Infatti entro questa data bisogna pagare con F24 il famoso versamento dell’IVA. Ma come si può effettuare concretamente il versamento dell’IVA? Come vedremo ci sono pi modalità, inclusa quella della rateizzazione. Ovviamente la rateizzazione se può offrire respiro a chi ne abbia bisogno, comporta anche il versamento degli interessi. La via più semplice è quella di versare tutto entro il 16 marzo 2022. Diciamo che in questo modo si pagherà solo il dovuto e non si dovranno corrispondere maggiorazioni o interessi. Si può anche versare tutto entro il 30 giugno 2022, ma toccherà la maggiorazione. La maggiorazione è pari allo 0,4% al mese. Si può anche rateizzare dal 16 marzo. Dunque le rateizzazioni sono possibili ovviamente con aggravio proporzionale alla rateizzazione stessa.
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Ma molti sostengono che oggi le partite IVA pi povere siano troppo tartassate e che non siano incentivate a sufficienza.
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Una questione spinosa specie in relazione alla “moria” di partite IVA post covid