Le troppe truffe emerse sui Bonus casa e soprattutto sul Superbonus hanno cambiato profondamente i meccanismi di verifica da parte del Fisco.
Meccanismi più penetranti che molti ancora oggi sottovalutano pesantemente. Ben 4 miliardi di euro di frodi hanno spinto la macchia fiscale a cambiare tutto su questo fronte e ad arginare i troppi imbrogli messi in piedi col bonus. È proprio la legge di bilancio del 2022 a chiarire meglio i controlli sul superbonus. Ipsoa fa il punto della situazione relativamente ai famosi 30 giorni di cui tanto si parla. L’Agenzia delle Entrate ha il potere riconosciuto dallo Stato di effettuare controlli preventivi che possono sospendere per 30 giorni la cessione del credito. A questo punto si aprono due possibilità. Se effettivamente dovessero emergere criticità e irregolarità, è come se la comunicazione non fosse stata proprio effettuata. L’altra possibilità è che l’Agenzia delle Entrate rilevi che va tutto bene. In questo caso la comunicazione effettivamente sarà stata posta in essere.
Il controllo preventivo è solo il primo step
Ma questo controllo preventivo in alcun modo rappresenta una sorta di conferma che l’agevolazione è stata posta in essere regolarmente e neppure che la comunicazione stessa sia regolare. È un mero meccanismo di controllo preventivo. All’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza restano assolutamente invariati tutti i poteri di controllo per gli anni a seguire. Anzi in realtà la Guardia di Finanza ha potere di controllo molto più grandi perché accede al cosiddetto portale Prisma e al sistema Monic. Si tratta di piattaforme tecnologiche avanzate che consentono alla Guardia di Finanza di analizzare i bonus fiscali anche a distanza di anni approfondendo e scovando tutte quelle irregolarità che dovessero essere state poste in essere per usufruire dei bonus irregolarmente.
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Sbagliatissimo pensare che dopo il controllo preventivo si sia automaticamente in regola.
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Anzi, è vero il contrario.