L’Assegno Unico universale è la grande rivoluzione operata dal Governo sul welfare delle famiglie. Ma qualcuno è deluso.
Con l’assegno unico universale si fa piazza pulita di tutti gli altri interventi che erano precedentemente stati disposti a sostegno della famiglia. Dunque interventi differenziati e spesso anche contraddittori vengono sostituiti da un’unica misura denominata appunto assegno unico universale per i figli. Per calcolare l’assegno unico bisogna tenere presente il numero dei figli del nucleo familiare ma anche l’ISEE. Infatti l’assegno unico cresce in proporzione al numero dei figli e decresce in proporzione all’ISEE. Con questa misura il governo ha certamente razionalizzato il welfare per la famiglia, ma non tutti sono contenti.
Vediamo perchè molti perdono e chi è escluso
Infatti i sindacati hanno protestato per questo assegno unico visto che le varie decisioni prese dal governo sono state prese senza consultarli. Per tante famiglie infatti l’assegno unico rappresenta uno svantaggio più che un vantaggio e non mancano i nuclei familiari che sono delusi da questa riforma. Per percepire l’assegno unico bisogna fare domanda indicando numero dei figli e composizione del nucleo familiare. Hanno diritto tutti i nuclei familiari ma come vedremo nel computo dei figli bisogna fare attenzione. Se è vero che l’assegno unico spetta per ogni figlio è meglio andare a chiarire in che fascia di età questo è vero. L’assegno unico universale spetta per tutti i figli dal settimo mese di gestazione, fino ai 18 anni. Spetta anche per i figli fino a 21 anni ma soltanto in alcuni casi.
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Infatti i ragazzi dai 18 ai 21 anni possono percepirlo soltanto se sono iscritti all’università oppure se stanno svolgendo il servizio civile oppure se sono impegnati in un’attività di tirocinio.
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Spetta anche nel caso in cui il ragazzo tra i 18 ed i 21 anni sia iscritto ad un centro per l’impiego.