Il Decreto anti frodi è stata una vera mazzata per i bonus casa.
Nato con le migliori intenzioni di stangare i furbetti, ha finito inevitabilmente per colpire invece proprio le persone oneste. Probabilmente a farne le spese maggiori è stata proprio la cessione del credito che ormai è diventata un caos costoso, lungo e contorto. Vediamo perchè. La trafila per ottenere la cessione del credito per tutti quei bonus che non siano il superbonus 110% ha raddoppiato la sua complessità. Ma anche i suoi costi. Come sappiamo vi è l’obbligo del visto di conformità e dell’asseverazione per questo tipo di bonus. Ciò che molti non sanno però è che si va incontro molto facilmente a controlli preventivi messi in campo dall’Agenzia delle Entrate. Ma non basta. Infatti viene anche un altro grado di controlli preventivi e lo pone in essere il cessionario che probabilmente è una banca. Quindi laddove molti sostengono che il decreto anti frodi ha semplicemente introdotto visto di conformità ed asseverazione, in realtà ha costretto l’utente ad un ginepraio di controlli.
Troppo contorto
Come abbiamo visto oltre al controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate c’è anche il controllo del cessionario. Ma non basta. A questo punto tanti Italiani per paura di incappare in possibili problemi hanno preso l’abitudine di presentare istanze di interpello. Ma questo non solo allunga ulteriormente i tempi, ma spesso l’Agenzia delle Entrate per poter rispondere alle istanze di interpello, richiede ulteriori documentazioni. Ma anche la banca per essere sicura di non commettere errori potrebbe chiedere ulteriori delucidazioni e chiarimenti. Insomma, gli esperti sottolineano che se si voleva rendere la cessione del credito veramente ostica ed antipatica ai contribuenti italiani ci si è riusciti perfettamente.
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Nella discussione in parlamento verrà fuori qualche miglioramento a questo contorto decreto?
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Molte forze politiche lo promettono ma staremo a vedere.