Il governo sembra ormai deciso a prendere posizione per annullare i licenziamenti improvvisi che negli ultimi anni sono diventati sempre di più.
Gli ultimi casi di cronaca, di ignobili licenziamenti perpetuati dalle aziende tramite Sms o chiamate WhatsApp, sembrano finalmente aver convinto il governo a mettere un freno a questa situazione. Per questo vi è adesso al vaglio del Ministero del Lavoro, una nuova regolamentazione che tuteli i lavoratori in tal senso. Si vuole infatti varare una legge che punisca con pesanti multe, tutte le aziende che decidono di adottare questa pratica. Disposizioni che verranno inserite in un nuovo pacchetto “anti delocalizzazioni”. Per il momento si tratta di indiscrezioni, in quanto il governo non si è ancora pronunciato in merito. Fonti interne al Ministero assicurano però che verrano presi dei provvedimenti: nuove norme che obbligheranno le aziende a informare il dipendente del licenziamento entro 90 giorni dalla decisione, con il dovuto anticipo e tramite una comunicazione che dovrà essere inoltrata anche ai sindacati.
Le ipotesi sul tavolo del Ministero e le nuove norme per i licenziamenti che si propone di varare
A finire nel mirino saranno in primo luogo le imprese che hanno almeno duecentocinquanta dipendenti all’attivo, e riguarderà gli esuberi di oltre 50 impiegati. Una soluzione che dunque si propone di impedire veri e propri drammi come quello accaduto a Jesi. Nella cittadina infatti una rinomata azienda chiamata “Caterpillar” ha lasciato a casa circa 270 famiglie che ci lavoravano, senza aver inoltrato prima alcuna comunicazione preventiva. Sono, insomma, stati semplicemente licenziati dal giorno alla notte. Oltre a questo, l’azienda sarà inoltre tenute a dimostrare di avere valide motivazioni che agli occhi del governo possano giustificare gli esuberi.
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Lo scopo sarà quello di mettere fine a quel fenomeno di delocalizzazione che porta le aziende a spostare i siti di produzione in fretta e furia, fregandosene delle conseguenze per i lavoratori.