Il secondo mandato di Powell ha coinciso con un cambio notevole nella strategia comunicativa della Federal Reserve.
Il primo mandato di Powell era stato contraddistinto unicamente dalla strenua resistenza alle indebite pressioni del presidente Donald Trump. Poi era arrivato il covid e la Fed era diventata ultra accomodante nei confronti delle borse. Lo scopo evidente era quello di non far franare le borse e di garantire la ripresa. Quando si è manifestata l’impennata dell’inflazione qualche mese fa, la Fed non ha cambiato di una virgola il suo stile ed ha continuato ad essere ultra accomodante. Ma da qualche settimana il modo di comunicare della Banca Centrale Americana è cambiato. Il pretesto è stata la variante omicron. L’arrivo della variante omicron ha offerto alla Banca Centrale Americana l’occasione per dire che l’inflazione non è transitoria ed è forte.
La Fed può far franare tutto
Ed oggi arriva il dato che tanti temevano: l’inflazione negli Stati Uniti è ai massimi dal 1982 e questo significa che la banca centrale dovrà intervenire. Oggi i mercati sembrano calmi, ma la calma è solo apparente. Quando la Federal Reserve comunicherà le sue decisioni in merito alla politica da utilizzare per opporsi all’inflazione i mercati potrebbero tremare. Se infatti la Fed rompe gli indugi ed inizia a parlare di tapering accelerato e di rialzo dei tassi anticipato i mercati perderebbero quel propellente (o quella droga come alcuni dicono) che ha consentito loro di crescere in maniera smodata. Dunque potrebbe essere assai sbagliato ritenere che la calma sui mercati a seguito dei dati sull’inflazione, indichi che per la borsa questi non sono preoccupanti.
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Semplicemente più verosimile pensare che la borsa stia aspettando la Fed.
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Ma la Fed potrebbe essere molto più falco di quanto immaginiamo. E le avvisaglie ci sono state.