Sono molte le critiche per la riforma Irpef relativamente alle pensioni. Ma prima partiamo dai numeri.
Nello scaglione compreso tra gli 8.000 e i 20.000 euro il risparmio si attesta sui 194 euro. Per i pensionati che percepiscono tra i 20 e i 25 mila euro, arriva un risparmio di 146 euro. Salendo arriviamo alla fascia 25 – 30 mila euro ed il risparmio sale a 225 euro. Andando ancora più su abbiamo i pensionati con un reddito di 30-35.000 euro che portano a casa un risparmio di 232 euro. Salendo ancora abbiamo quei pensionati che percepiscono un reddito nel range 35-40.000 e che beneficeranno di una riduzione pari a 328 euro. Ancora a salire abbiamo la fascia compresa tra i 40.000 e i 45.000: qui il risparmio è pari a 460 euro. La fascia più premiata (non è chiaro il perchè) è quella che va dai 50 ai 55 mila che risparmia un bel 667 euro.
Criticità e limiti
Qui emergono le forti criticità di questa riforma. Una riduzione delle tasse è qualcosa che il corpo sociale di norma accoglie con piacere. Ma come si può notare in realtà per la quasi totalità della popolazione il risparmio è piuttosto contenuto. I veri benefici arrivano per quei pensionati che percepiscono redditi annui così elevati che francamente non hanno un grandissimo bisogno di aiuto. Ma ciò che le associazioni di categoria sottolineano è come questo sbandierato taglio delle tasse in realtà sia assolutamente insufficiente a coprire la gravissima spirale inflazionistica che ha colpito il nostro paese. Facciamo chiarezza. Se fosse vero che le attuali tremende stangate che i pensionati hanno ricevuto sulle bollette sulla spesa fossero transitorie, il discorso filerebbe anche.
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Ma siccome sappiamo bene che l’inflazione è qui per restare, in realtà a conti fatti dall’anno prossimo per i pensionati sarà molto più difficile arrivare a fine mese.
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Insomma, una riforma che sta facendo discutere.