Vediamo che cos’è la decontribuzione per l’anno 2022.
Governo e parti sociali stanno studiano un taglio dei contributi per il prossimo anno. la trattativa ruota attorno al taglio una tantum per un anno e poi si vedrà. La decontribuzione dovrebbe toccare circa 35 milioni di lavoratori. Per chi guadagna entro gli €8000 dovrebbe arrivare un risparmio di €64, sempre annuali. Per chi guadagna entro i €20.000 ci sarebbe un risparmio di €160 annuali, invece nella fascia di reddito fino a €25000 si arriverebbe ad un risparmio più corposo pari a €200. Nella fascia fino a 30.000 parliamo di €240 di risparmio e così via. Questa una un’ipotesi ed è quella, per così dire meno sociale. C’è un’altra via percorribile che invece sarebbe più gradita ai sindacati perchè più focalizzata sui redditi bassi.
Varie ipotesi di decontribuzione
Ma questa è solo un’ipotesi perché l’altra ipotesi è quella di operare un taglio di ben €100 ma soltanto per chi percepisce meno di €20000 annui. Dunque più gradita ai sindacati. Oppure ci sarebbe anche l’idea del un per del taglio dell’1% del carico contributivo per tutti, ma solo relativo ai primi €20.000 guadagnati e che quindi non si applicherebbe per le cifre eventualmente che esorbitano questa. Governo e parti sociali stanno mediando su queste ipotesi che, ripetiamo sarebbero legate al solo anno prossimo. Ma la questione più calda resta quella del ritorno alla Fornero. I sindacati non la vogliono in alcun modo e ci sono sul tavolo una serie di opzioni per evitare il ritorno a quella che molti definiscono una macelleria sociale. All’articolo sotto parliamo delle varie opzioni sul tavolo.
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I sindacati sottolineano come per chi in pensione c’è già la vera minaccia è l’inflazione, capace di distruggere il potere d’acquisto dei pensionati. Vediamo questo notevole problema al capitolo seguente.
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Insomma, la decontribuzione probabilmente andrà in porto ma non ci sono molte speranze di sfuggire alla Fornero, anche se non è ancora detta l’ultima parola.