Le borse mondiali minacciano crolli e tornano gli shortisti.
La situazione economica internazionale ha forti elementi di criticità. E le borse cominciano a virare al ribasso. I mercati denunciano chiaramente un aumento del nervosismo e ciò non sorprende. L’ondata esplosiva di lockdown in Europa minaccia la produzione a livello globale perchè rischia di inasprire quella crisi della supply chain che da tanto sta rendendo difficile la produzione. La quarta ondata di covid minaccia di chiudere di nuovo l’Europa, ma non basta. L’inflazione è forse la minaccia più grande. Non solo deprime i consumi abbattendo il potere d’acquisto, ma impatta che sulla produzione. Di conseguenza oggi le aziende si trovano a dover lottare contro la prospettiva di chiusure e, contemporaneamente, contro un rincaro dei prezzi a monte davvero folle. E su tutto incombono i tassi Fed.
La Fed comincia a far paura
Non è un mistero per nessuno che se le borse sono cresciute a questi ritmi inverosimili in questi anni, molto del merito va alle politiche espansive delle banche centrali. Tassi bassissimi, QE protratti all’infinito… ma ora l’inflazione è tornata prepotentemente e si deve cambiare rotta. La percezione generale è che ora la Fed potrebbe inasprire la politica monetaria e per le borse sarebbe un vero problema. Finchè hanno potuto, le banche centrali hanno negato l’inflazione tranquillizzando i mercati. Ma ora è diverso. La BCE continua a non manifestare volontà di cambiare rotta, ma i beninformati dicono che alla Fed, col secondo mandato di Powell qualcosa cambia e tapering e rialzo tassi potrebbero essere più veloci del previsto.
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E così tra i trader si ricomincia a parlare di andare short. Ciò è inevitabile in una situazione problematica del genere.
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Oggi sono in tanti che si cominciano ad orientare verso gli strumenti che scommettono sui ribassi dei mercati.