Una nota del 23 novembre 2021 e precisamente la nota 1799 dell’INL innova in senso piuttosto negativo per il lavoratore la materia delle ferie e anche la materia della cassa integrazione.
Vediamo che cosa è successo. Per quanto riguarda le ferie già autorizzate, esse possono essere trasformate in cassa integrazione. Questa novità certamente non farà piacere ai lavoratori, ma vediamo in quali casi è possibile. L’ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota richiamata prima, sottolinea che l’unica condizione prescritta al datore di lavoro per trasformare le ferie in cassa integrazione a causa del covid è la semplice comunicazione al lavoratore interessato. Tuttavia questa condizione è una condizione piuttosto blanda. In sostanza se il datore di lavoro non comunica preventivamente la trasformazione delle ferie in cassa integrazione a causa del covid, sta commettendo una semplice irregolarità che non inficia la trasformazione stessa.
Anche senza preavviso
L’INL per giustificare questa presa di posizione argomenta come segue. Le ferie effettivamente sono un diritto del lavoratore. Perché le ferie consentono al lavoratore di recuperare le forze sia dal punto di vista psicologico che da quello fisico. Questo diritto non deve essere compresso. Tuttavia nel caso di cassa integrazione totale cioè quella a zero ore non vi è alcun dispendio di energia per cui manca il presupposto delle ferie. Ma cosa succede invece nel caso di cassa integrazione parziale? In questo caso dovrà essere garantito al lavoratore un ristoro proporzionale al lavoro. Dunque la trasformazione delle ferie in cassa integrazione è possibile persino senza preavviso.
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Quindi anche se non ha informato i propri dipendenti, il datore di lavoro non impedisce loro di godere delle ferie maturate successivamente alla fine della cassa integrazione.
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Dunque l’INL in questo modo va a chiarire una situazione che con i nuovi lockdown che si profilano all’orizzonte, potrebbe diventare purtroppo piuttosto diffusa.