I mercati borsistici mondiali sono ormai dei sorvegliati speciali.
Tanti analisti stanno sottolineando come i continui record stabiliti dalle borse mondiali siano completamente slegati dall’economia reale. Guardando i valori toccati dalle borse americane, ma anche da quelle europee, appare chiaro come sui grafici non ci sia assolutamente traccia del mostro inflazionistico che sta alzando la testa e che minaccia la produzione ed anche i consumi. Così come d’altra parte non c’è traccia della crisi della supply chain, altra grandissima incognita della produzione mondiale. E l’elenco potrebbe continuare. In realtà ci sono tante crisi all’orizzonte eppure le borse continuano sempre a salire. La sensazione che serpeggia tra tanti operatori ormai è che le borse stiano spremendo fino all’ultima goccia di rialzo prima del cambio di rotta delle banche centrali.
Troppo slegati dalla realtà
Infatti con l’inflazione che si sta dimostrando ormai fortissima in tutto il mondo, le banche centrali non potranno che essere costrette a cambiare rotta. A quel punto i mercati saranno a serio rischio di crollo. Anche perché l’unica cosa che frena i mercati gonfiati dalle politiche espansionistiche, dal crollare sono proprio le banche centrali. È difficile fare previsioni in un quadro così contorto ma sempre più analisti cominciano ad avanzare l’idea che i mercati non spiano salendo perché convinti della bontà della ripresa. Tutt’altro: il timore è che stiano salendo perché semplicemente sanno che ad un certo punto dovranno scendere per forza e tutto di colpo. Dunque questi mercati che salgono sempre, che si scollano dalla realtà dei numeri sempre di più… più che rassicurare, intimoriscono tanti investitori.
Leggi anche: Spesa, lavoro, risparmi: l’inflazione accerchia gli italiani
Non dimentichiamo che sono stati i tassi a zero ed i QE il motore di questi rialzi continui in borsa ed esauriti quelli, i mercati diventano fragili.
Leggi anche: Bitcoin: previsto un raddoppio, ma i regolatori possono stroncarli
Insomma una borsa più aderente alle suggestioni ed alle fragilità dell’economia susciterebbe meno perplessità.