Christine Lagarde durante un’audizione al Parlamento Europeo ha chiarito la posizione della BCE.
L’inflazione sta colpendo duro l’area Euro e tutto il resto del mondo. I rincari dell’energia e di tutte le materie prime stanno mettendo in crisi le filiere produttive. Gli italiani si trovano a dover fare i conti con aumenti praticamente su tutto e si chiedono come riuscire a fare economia. Ma ciò non riguarda soltanto i cittadini italiani. In tutto il mondo l’inflazione è a livelli elevatissimi come non la si vedeva da decenni. Tutto ciò ovviamente frena la ripresa e tante aziende ridurranno la produzione perché non riescono a star dietro ai rincari così forti. Su questo spinoso problema le banche centrali hanno sempre tenuto un atteggiamento piuttosto ambiguo. Si sono sempre sforzate in ogni modo di negare l’inflazione. In un primo tempo l’hanno proprio negata. Poi sono passate a sostenere che fosse blanda e transitoria.
Continueremo a non fare nulla
Ma ormai i dati sono veramente tremendi è così Christine Lagarde più che continuare ad insistere sull’inflazione blanda e transitoria, cambia la retorica della BCE. Il nuovo approccio comunicativo dell’istituto centrale è il seguente. L’inflazione c’è, ma inasprire la politica monetaria farebbe più male che bene. Una tesi che sicuramente lascerà perplesso più di qualcuno. In sostanza la BCE si è stufata di negare l’evidenza che ormai sanno assolutamente tutti e così ha cominciato ad ammettere l’inflazione ma a dire che intervenire sulla politica monetaria avrebbe effetti depressivi sull’economia senza riuscire a stabilizzare i prezzi. Anche perché i prezzi secondo la banca ad un certo punto cominceranno a scendere da soli. Questa tesi di compromesso non convince nessuno esattamente come non convincevano le tesi precedenti.
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L’inflazione c’è ed è forte e sorprende che le banche centrali restino sempre immobili contro di essa.
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In realtà come molti notano se le banche centrali intervenissero con una certa energia sulle politiche monetarie, rischierebbero di far scoppiare quel mercati borsistici che assai probabilmente sono attualmente in bolla.