Ecco come l’inflazione sta accerchiando gli italiani.
L’inflazione è fortissima in tutto il mondo. I dati ormai hanno certificato chiaramente che negli Stati Uniti ed in Germania siamo al massimi da 30 anni a questa parte. In sostanza siamo alla stessa inflazione che c’era all’inizio degli anni’90. Si tratta di un fenomeno assolutamente globale che investe praticamente tutte le materie prime a cominciare dall’energia. L’Opec+ ha fatto capire chiaramente che non aumenterà la produzione di petrolio e pertanto l’energia è destinata a crescere di prezzo. Ma in realtà sono tutte le materie prime a rincarare e questo significa che gli italiani devono fare i conti con aumenti a 360°. L’inflazione si è manifestata immediatamente sulle bollette di luce e gas, poi sulla benzina ma ormai i rincari stanno arrivando anche in tutte le altre voci di spesa degli italiani. Il potere d’acquisto diminuisce e nel nostro Paese un po’ come in tutto il mondo i risparmiatori cercano di capire come far fronte a questo fenomeno.
Se sembra che alcuni settori siano rimasti attualmente immuni al fenomeno dell’inflazione è soltanto una apparenza. Infatti tante filiere produttive ci mettono più tempo a trasmettere i costi o magari in un primo tempo cercano di assorbirli per non far fuggire il consumatore. Ma presto o tardi questi rincari giungeranno su tutti i fronti. Le istituzioni monetarie e spesso anche i governi stanno cercando di minimizzare il fenomeno, ma appaiono veramente poco convincenti. I risparmiatori si rendono conto del problema che li sta investendo e sciorinare numeri artatamente bassi non serve a niente. In particolare è il mondo dell’edilizia che patisce rincari veramente forti e se non ci fossero i bonus a sostenere questo comparto, difficilmente si potrebbero portare avanti i lavori. Ma oltre hai rincari sul fronte della spesa, il rischio forse più grande è proprio sul fronte occupazionale.
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Tante imprese stanno pensando di sospendere o rallentare la produzione a causa dei costi e i sindacati temono un vero e proprio tsunami occupazionale.
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In realtà i sindacati stanno sottolineando come l’impennata dei casi di covid e contemporaneamente l’impennata dei costi di produzione rischiano di fermare tanti comparti e di lasciare a casa tanti lavoratori.
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