Che il reddito di cittadinanza non fosse simpatico al governo Draghi, lo si era capito sin dall’inizio.
Ma più vanno avanti i lavori per la sua riforma e più si capisce che la stretta su questo strumento sarà veramente fortissima. Innanzitutto scendono da 3 a 2 i rifiuti necessari per perderlo. Dunque se fino ad oggi si poteva dire di no a tre lavori oggi già al secondo il reddito svanisce. Ma la modifica veramente radicale riguarda i requisiti di congruità. In pratica oggi è ritenuta congrua anche un’offerta di lavoro che provenga da tutto il territorio nazionale e che riguardi un lavoro anche di soli tre mesi.
Più facile perderlo
Questo riguarda il secondo rifiuto. Dunque se il secondo rifiuto concerne un lavoro di tre mesi dall’altra parte d’Italia, ciò è sufficiente a far perdere il diritto al reddito di cittadinanza. Ma un’altra novità è emersa tra le vie per perdere il reddito di cittadinanza. Vale a dire quella dei controlli mensili. Si tratta di verifiche mensili che il percettore del reddito dovrà fare in presenza presso le agenzie per il lavoro. Se si salta anche solo una di queste verifiche, si perde il diritto al reddito di cittadinanza. Queste verifiche sono ancora una proposta ma che viene dal comitato istituito dal governo per la riforma, dunque molto probabilmente confluirà nella nuova normativa. Tutte queste strette operate dal governo non ci sembra che renderanno la vita particolarmente difficile ai furbetti che lo percepivano senza titolo.
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Ci sembrano soltanto un modo per stringere le maglie di uno strumento che nel bene e nel male, tra tante critiche, ha limitato l’impatto di una povertà ed una penuria di lavoro che specialmente al sud sono impressionanti.
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Ma anche al nord stanno venendo fuori tante nuove povertà e stringere tanto le maglie attorno questo strumento, certamente non aiuterà queste delicate situazioni.