Da giorni tutto il mondo discute di una cosa che non esiste e che non si sa nemmeno come sarà fatta.
Zuckerberg con la sua pressante volontà di allontanare l’attenzione dei clamorosi scandali che hanno investito Facebook ed Instagram ha dirottato i media mondiali verso questo ciclopico e fumoso progetto chiamato Meta. In pratica Facebook comincia una lunga transizione che lo porterà a diventare il centro del metaverso. Ma è davvero così? Innanzitutto alcuni analisti ritengono che la Cina potrebbe essere meglio provvista degli Stati Uniti per arrivare prima al metaverso. L’intelligenza artificiale che Pechino ha sviluppato e ha concretamente implementato in tantissimi aspetti della vita sostanzialmente per controllare meglio la popolazione, a quanto pare, offrirebbe alcuni notevoli vantaggi strategici nell’edificazione di un metaverso. Ma oltre alla concorrenza cinese e alla concorrenza di varie aziende americane, c’è un problema di fondo. Non è detto che il metaverso sia quello che oggi immaginiamo. Realtà fortemente immersive come Second Life sono state un clamoroso fiasco. Se il metaverso che Facebook vuole proporre è una riedizione di Second Life ma più realistico e con l’ausilio di visori per la realtà virtuale molto leggeri, probabilmente sarebbe un altro fiasco. Pensiamo per un istante alla storia degli smartphone.
Lo smartphone come lo conosciamo oggi è il risultato di un’evoluzione durata anni e i primi Symbian di Nokia molto avanzati per l’epoca, sembrerebbero grotteschi e assurdi oggi. Zuckerberg ha proposto un metaverso assolutamente in linea con le nostre fantasie derivanti dai concept della realtà virtuale degli anni ’90. Ma è assai probabile che aziende diverse proporranno approcci molto diversi e che il metaverso che immaginiamo oggi in realtà si frantumerà in tante situazioni diverse molto lontane da quelle prefigurate da Zuckerberg. In realtà un problema fondamentale del metaverso non sono tanto le complessità tecniche che prima o poi vengono comunque superate, ma è il fatto che gli utenti tendono a preferire la semplicità alla complessità. Il successo di TikTok ne è la prova. Ma anche la preferenza dello smartphone rispetto al desktop ne è un’altra prova. Ma anche il fiasco dei Google Glass…
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Dunque realizzare un metaverso che però sia anche leggerissimo ed assolutamente immediato da utilizzare significa realizzare qualcosa di assai diverso da quello che oggi immaginiamo.
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Ma soprattutto significa che tantissime realtà diverse faranno proposte diverse anche molto differenziate tra loro.
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