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Il prossimo lockdown sarà energetico. Cala la scure dell’energy crunch

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Salvatore Dimaggio

I costi dell’energia sono in netto aumento. Questa stagione di inflazione è cominciata proprio così con un aumento delle bollette.

Prima è stato descritto come transitorio e taluni istituti centrali ancora lo definiscono così, ma in realtà si tratta di un aumento forte e generalizzato e probabilmente anche duraturo. L’industria fa i conti con questi aumenti dei costi energetici e già tante aziende hanno annunciato dei veri e propri lockdown energetici. Dalla Campania alla Lombardia sono tante le aziende che stanno rallentando o sospendendo la produzione. Ma la vera questione si porrà nei mesi freddi quando il consumo di energia sarà maggiore e probabilmente anche i costi saranno aumentati. Infatti nei mesi più freddi non soltanto i consumi ovviamente crescono, ma la maggior richiesta generalizzata di energia imporrà sicuramente un rincaro sul costo delle materie prime per produrla, vale dire petrolio e gas. Dunque una spirale di aumenti che costringerà tante aziende a sospendere la produzione.

Costi energetici troppo alti

Se fino ad ora abbiamo fatto i conti con i lockdown dovuti al covid, adesso dovremmo fare i conti con i lockdown energetici. E a farne le spese ovviamente sarà anche l’occupazione perché tante aziende già cominciano a parlare di cassa integrazione. La Regione Lombardia ha messo in guardia contro questo rischio annunciando da tempo che tante aziende rischiano il lockdown energetico. L’Unione Europea si sta sostanzialmente disinteressato del problema e non ha posto in campo nessuna iniziativa in merito. Il governo italiano ha fatto forti stanziamenti per cercare di contenere i rincari energetici, ma l’effetto è stato sostanzialmente trascurabile. Gli aumenti selvaggi di gas e petrolio stanno spingendo verso l’alto la bolletta energetica nazionale e il rischio più concreto è quello di stroncare la ripresa.

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L’Opec+ ha annunciato a più riprese che non aumenterà la produzione di petrolio e questo chiaramente non è positivo.

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Queste chiusure potrebbero avere l’effetto di inasprire la crisi della supply chain in atto.

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